Dante «Con voce nuova» Sordi e udenti a teatro

di Luisa Pizzini

Un attore sordo, Filippo Calcagno, che salirà sul palcoscenico per narrare alcuni canti dell’Inferno di Dante Aligheri attraverso il corpo, e due ballerini, Maria Vittoria Barrella e Filippo Porro, che interpreteranno i versi del sommo poeta con la danza.

Fuori scena Annalisa Morsella e Alessio Dalla Costa presteranno le loro voci all’opera del più grande scrittore italiano. E poi le luci, che stavolta più che mai al teatro Portand di Trento (il 25 e 26 novembre prossimo) non saranno un dettaglio della scena ma uno strumento vero e proprio per comunicare. Le persone sorde, che con gli occhi imparano tutto e che siederanno in platea, hanno bisogno di vedere bene per poter capire, così come gli udenti presenti tra il pubblico avranno bisogno delle parole dette e della musica per godere pienamente dello spettacolo.

«Con voce nuova - L’Inferno di Dante» è un progetto che va al di là del teatro. Non si ferma alla messa in scena, ma è stato ideato e realizzato dalla compagnia teatrale Emit Flesti  con un intento anche sociale, quello di mettere tutti sullo stesso piano a teatro, di fare in modo che per la prima volta in Trentino (e presto anche fuori regione, dove lo spettacolo è già stato richiesto) udenti e sordi possano andare a vedere lo stesso spettacolo e lo possano realmente capire. Anche per questo ha ricevuto il patrocinio dell’ente nazionale sordi.

«È una messa in scena complessa, il cui obiettivo è quello di creare un’inclusione reale» racconta Alessio Dalla Costa, che della rappresentazione è anche il regista. E la dimostrazione che tutto questo è possibile e non resta un obiettivo sullo sfondo o un miraggio c’è già nel lavoro che è stato fatto, fin qui, prima di salire sul palcoscenico. «L’idea - continua Alessio Dalla Costa - ci è venuta quando Filippo Calcagno, insegnante ed attore sordo, stava mettendo a punto un monologo sui canti di Dante indirizzato alle persone che non sentono. È in quel momento che abbiamo deciso di lanciare la sfida, di provare a costruire un nuovo linguaggio condiviso che trae linfa dall’espressione corporea. Non è sempre stato facile e, soprattutto, è stato un lavoro in divenire: per esempio inizialmente avevamo pensato di portare gli attori ed i leggii in scena per la parte narrata, ma poi abbiamo capito che sarebbe stata una mancanza di rispetto nei confronti dei sordi. Gli attori che danno voce all’Inferno devono rimanere dietro le quinte».

E così sotto i riflettori ci saranno soltanto lui, Filippo Calcagno, ed i danzatori. Mentre le voci e la musica, che ai sordi non arriveranno, rimarranno fuori. Allo stesso tempo questo permetterà anche agli udenti di comprendere la gestualità dell’attore sordo. «Userà un linguaggio basato su classificatori ed impersonamento in lingua dei segni italiana - precisa il regista - non sarà una traduzione didascalica dell’opera, piuttosto un’interpretazione poetica che tutti potranno capire. È lo stesso modo in cui abbiamo lavorato in questo lungo anno di preparazione. Non sempre è stato facile, questo lavoro ha messo in discussione più di una volta anche le convinzioni più semplici. Ma ce l’abbiamo fatta».

Le coreografie sono di Silvia Dezulian, mentre la scenografia è di Gelsomina Bassetti ed ha collaborato al progetto anche Daniela Franco, traduttrice di lingua dei segni italiana. Partner del progetto sono Ens, ente nazionale sordi,  Ridisegnando, Lavisana e Cantine Lavis. L’iniziativa è stata realizzata con il contributo della Regione Trentino Alto Adige, della Provincia autonoma di Trento e della Fondazione Caritro.

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