Cyrano, uomo del libero pensiero

Cyrano, uomo del libero pensiero

di Manuela Pellanda

Una delle storie d'amore più commoventi della storia del teatro prenderà vita domani al Teatro comunale di Pergine alle 20.45 . È la storia che lega Cyrano alla cugina Rossana, ma anche quella di un uomo in opposizione al sistema di potere e l'apparenza in cui vive, immerso in «una società perbenista ma corrotta fino al midollo - raccontano i registi Matteo Alfonso e Carlo Sciaccaluga -, un mondo dove il potere fa gli occhi buoni ma ti pugnala alle spalle, dove i politici si atteggiano a irreprensibili censori ma nel privato si abbandonano a ogni vizio». Una lotta valida ogni tempo, ieri come oggi. In scena, dieci attori della Compagnia Gank , provenienti principalmente dal Teatro Stabile di Genova, capitanati da Antonio Zavatteri , che vestirà i panni del protagonista in questo Cyrano de Bergerac .
Zavatteri, quali contorni assume questa versione del capolavoro di Rostand? 
«Nonostante i numerosi tagli rispetto all'originale, davvero sterminato, non posso definirla una rivisitazione. Nulla è stato stravolto, molto si è mantenuto, a partire dal linguaggio, di cui abbiamo preservato il suono e la bellezza; per questo abbiamo scelto la traduzione di Mario Giobbe, poco successiva alla stesura del testo, in versi e in rima. Il nostro tentativo è stato, piuttosto, quello di renderlo attivo, cercando concretezza e relazione viva nell'azione, nella messa in scena, nella recitazione».
Sappiamo che per vestire adeguatamente i panni di Cyrano de Bergerac, lei è diventato anche un valido spadaccino? da chi ha appreso l'arte? 
«È stata necessaria una lunga ma non canonica preparazione. Non essendoci un maestro d'armi a Genova, siamo ricorsi a un maestro di Kung Fu, molto preparato su questo versante».
Cosa invece non è stato necessario apprendere da Cyrano? In che cosa si sente simile a lui? 
«Lo sento molto vicino a me. In realtà, credo che chiunque possa trovare delle affinità per il modo in cui questo personaggio affronta le esperienze della vita, per le sue frustrazioni. Uno degli aspetti fondamentali di Cyrano è infatti la contrapposizione tra la sua straordinarietà - è un supereroe, valoroso nel combattimento, capace di comporre immagini poetiche meravigliose - e la sua gigantesca fragilità, evidente nel rapporto con il proprio aspetto fisico, che lo condiziona pesantemente nel vivere l'amore della sua vita». 
Dove altro risiede la modernità - e l'universalità - di questa commedia? 
«Ciò che lega il testo e il protagonista alla contemporaneità è il desiderio di non accettare le regole e i condizionamenti del potere. La spinta del libero pensiero di Cyrano, uomo dotato di coraggio e fiero della propria indipendenza parla a noi, uomini immersi in una modernità molto più banale e meno coraggiosa, una modernità che ci porta a diventare il contrario del nostro protagonista, ossia vagamente e necessariamente vili».

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