Il sound poliedrico dei Penguin Cafe sabato 14 in Val di Fassa per i Suoni delle Dolomiti

di Fabio De Santi

Era il 1976 quando usciva un disco come “Music from the Penguin Cafe” il debutto della Penguin Cafe Orchestra, pubblicato dalla Obscure di Brian Eno. Un lavoro, fra rock, pop e world music, che era lo splendido biglietto da visita del gruppo inglese guidato dal chitarrista Simon Jeffes.La Penguin Cafe Orchestra è diventata un gruppo di culto fino alla scomparsa di Jeffes la cui eredità è stata presa dal figlio Arthur che ha creato nel 2007 il progetto Penguin Cafè nato proprio dopo il tributo del 2007 al padre. Al suo fianco, nel concerto di domani, sabato 14 settembre alle 12, al Ciampac in Val di Fassa per i Suoni delle Dolomiti, anche Cass Browne dei Gorillaz, Oli Langford di Florence and the Machine e Darren Berry dei Razorlight.

Arthur Jeffes, quando è nato il gruppo Penguin Cafe?

<Mio padre aveva creato la Penguin Cafe Orchestra e quindi io sono cresciuto circondato dalla musica. Mia madre ha disegnato tutte le copertine degli album, quindi ho avuto da sempre questo senso di appartenenza al mondo dei Penguin Cafe. Quando il mio babbo morì ebbi la sensazione che anche le sue idee fossero andate via con lui. Dieci anni dopo mi sono ritrovato con alcuni dei suoi musicisti, abbiamo suonato in alcuni concerti organizzati per ricordare lui e la musica. È stato fantastico, ma quella era la sua band! Così gradualmente mi sono unito ad un gruppo di miei amici musicisti e abbiamo iniziato a suonare la musica di mio padre dando vita ad un nuovo corso della Penguin Cafe>.

Non aveva timore di confrontarsi con una formazione di culto come Penguin Cafe Orchestra creata da suo padre?

<Certo, ma spero di svolgere un buon lavoro per mantenere viva la sua musica e le sue idee. Penso che lui sarebbe felice di quello che stiamo facendo>.

Quali sono allora le maggiori differenze e i maggiori punti di contatto fra i due progetti?

<Direi che il mio stile compositivo è più cinematografico mentre quello di mio padre era più profondamente giocoso.  Aspiro decisamente allo stile di mio padre anche se non è facile>.

Come definirebbe la musica dei Penguin Cafe?

<Al momento stiamo esplorando il panorama musicale tra il classico ed elettronico e più in generale direi che l'approccio Penguin Cafe è quello di esplorare tutta la musica che incontriamo per trovare spunti ed idee che possiamo elaborare e presentare al pubblico>.

Lei è interessato al “suono dello spazio” tanto da scrivere vari pezzi per il progetto Keplero: da dove ha origine questa sua fascinazione?

<Penso che tutti possano essere ispirati dallo spazio. Quello era un progetto che ho sviluppato in collaborazione con la Nasa e l'artista Nelly Ben Hayoun, alla base c’era l’idea di poter essere contattati da altri mondi : un’idea infinitamente eccitante>.

Tornando a suo padre Simon: cosa l’affascina di un disco capolavoro come "Music from the Penguin Cafe" ? –ì

<È un grande album. Penso che esprima perfettamente l’idea di musica che aveva mio padre: sperimentare e rifarti a tutti i tipi di suggestione esoterica e, allo stesso tempo, produrre musica che chiunque possa trovare bella>.

Per concludere, cosa pensa dalle Brexit?

<Vorrei precisare che mia madre vive in pianta stabile in Toscana e mio nonno ha lavorato per tanti anni al Ministero degli Esteri a Roma. Sinceramente per me l’idea di lasciare l’Europa, e l’Italia in particolare, è profondamente triste. Ma visto come stanno le cose siamo in molti a chiederci cosa succederà ora>.

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