Musica d'autore con Bianco e il N.A.N.O. sabato 17 in Panarotta per Lagorai d'inCanto

di Fabio De Santi

E' il cantautore Alberto Bianco, in un live che verrà aperto dal musicista trentino Emanuele Lapiana, aka il N.A.N.O. con i brani del cd "Bionda e disperata", il protagonista del nuovo appuntamento per la rassegna "Lagorai d'inCanto" che si terrà sabato 17, alle 11, in Panarotta.Torinese, nato negli '80, Bianco è una delle voci emergenti del nuovo cantautorato indie italiano fin dal suo debutto, era il 2011, con "Nostalgina" che attrae subito l'attenzione di colonne della musica italiana come Rolling Stone, MTV e Radio 2. Un lavoro seguito da "Storia del futuro", "Guardare per aria" e lo scorso anno da "Quattro" il suo disco più rappresentativo nei suoni e nella poetica.

Bianco, quali forme avrà la tappa del suo tour in Panarotta?

<Sono in giro da sei mesi per l'Italia con uno spettacolo, sotto la sigla di "Tutto d'un fiato tour", che porterò anche in Trentino. Al mio fianco, insime alla mia chitarra, c'è anche Stefano Costantini che ricama le note con strumenti a fiato come flicorno, tromba e flauto. Suoniamo le mie canzoni in una forma molto più vicina alla forma originaria dei pezzi, a come sono nati, piuttosto che a come poi sono stati incisi>.

Va quindi alla ricerca dell'essenziale?

<Sì, mi piace quello che si riesce ad esprimere in una veste unplugged, scarna e diretta. Penso sia anche ideale per una location immersa nella natura come quella in cui ci troveremo a suonare sabato>.

Qualche cover in scaletta?

<Ci sarà un piccolissimo, ma mia auguro divertente, omaggio ad Elvis Presley>.

Quanto c'è della sua città, Torino, nelle sue canzoni?

<Molte delle mie canzoni sono autobiografiche o raccontano il mio mondo, la mia città, quindi per forza di cosa nella mia musica si respira Torino. In alcune canzoni ci sono proprio riferimenti diretti a dei luoghi, come quando in "Mela" cito i Murazzi lungo il Po', invece in altre canzoni i riferimenti ci sono ma meno espliciti>.

Le piace la parola "cantautore" per definire la sua musica?

<Credo si possa usare per definirmi, anche se io non sono un cantautore in stile menestrello che arpeggia con la sua chitarra le sue canzoni. Io appartengo ad una schiera di cantautori che guarda anche al rock e cura molto la produzione musicale dei suoi brani. Ecco, la produzione per me è un elemento fondamentale del mio linguaggio di musicista così come lo sono le parole>.

 

Quali sono le sue radici musicali?

<Per me è imprescindibile la coppia Battisti - Mogol sia per la musica che per i testi. I loro dischi sono tutti da studiare, da scoprire in ogni dettaglio, sono talmente pieni di cose e sfaccettature che non si finisce mai di stupirsi ascoltandoli. Ho ascoltato molto anche John Frusciante, chitarrista dei Red Hoti Chilli Peppers, Mark Lanegan e tanta musica italiana di gruppi come Medusa e Tre Allegri Ragazzi Morti>.

Lei ha anche prodotto l'album d'esordio di Levante, il pluripremiato "Manuale Distruzione": le piace questo ruolo oltre la tua musica?

<Credo sia molto stimolante lavorare insieme ad altri artisti come mi è successo con Levante. Lei aveva già delle canzoni meravigliose ma era al primo disco e quindi il resto era tutto da costruire a partire dagli arrangiamenti. Ci siamo divertitivi un sacco insieme. Quello di produttore non è un lavoro per cui mi vendo ma se capita lo faccio volentieri>.

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