Fan entusiasti per il concerto dei Negrita all'auditorium (con Cris Dalla Pellegrina)

di Fabio De Santi

Più morbidi e melodici, come si deve essere quando ci si cala in una forma acustica, ma senza mai rinunciare un attimo alla loro anima di incalliti rockettari.
I Negrita sono tornati a calarsi negli spazi teatrali a distanza di sei anni dal loro precedente tour in questa dimensione più intima che li porta a contatto diretto con il pubblico. Una formula vincente per la band toscana accolta con grandissimo entusiasmo, domenica sera, all’Auditorium per la terza tappa del loro «25th Anniversary Tour. La teatrale». Due ore abbondanti di show quello proposto dai Negrita immersi in una scenografia calda e salottiera dominata da giochi di luce tendenti al rosso con il cantante Pau, nei panni di gran cerimoniere e affabulatore sempre seduto, o quasi, su uno sgabello. «Questa sera siamo a casa di Cris (il riferimento è Cristiano Dalla Pellegrina batterista trentino della band) e anche per questo per noi è un concerto speciale. È strano tornare qui per i nostri venticinque anni perché per noi il Trentino è anche memoria di concerti, come quelli di Nomi e Rovereto, legati ai nostri primi album».
Venticinque anni che hanno fatto dei Negrita una delle più amate band italiane con una serie di dischi in cui hanno esplorato le varie anime del rock spaziando da quello classico alle matrici punk e new wave fino alle vibrazioni latine e blues. Un caleidoscopio di influenze che segna una scaletta fatta di tutti, o quasi, i pezzi forti del gruppo toscano iniziando da «Il gioco» e «I ragazzi stanno bene» la canzone presentata quest’anno al Festival di Sanremo già entrata nelle grazie dei fan. Poi fanno «Sale» dedicata da Pau a Matteo Salvini definito come: «Il Ministro dell’inferno». Con mezzo Auditorium ormai in piedi davanti al palco i Negrita alzano il ritmo infilando nel finale, bis compreso, anche «Radio Conga», «Rotolando verso Sud», «Mama Maè» e «Gioia infinita».

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