La nostra intervista a Malika Ayane sabato a Rovereto e domenica a Trento

di Fabio De Santi

Da una parte una veste più rock e diretta dall'altra una più morbida e teatrale: sotto queste le due facce con le quali Malika Ayane si presenterà questa settimana in Trentino. Una delle voci più amate della nuova musica tricolore sarà infatti in concerto sabato allo Smart Lab di Rovereto e domenica all'Auditorium di Trento con due spettacoli diversi legati al suo "Domimo Tour". Una scaletta e un'anima duplice per un tour caratterizzato dall'inconfondibile tratto artistico di Malika che torna live con l'album "Domino" , suo quinto progetto discografico, uscito a settembre su etichetta Sugar.

Malika Ayane: da dove la scelta di proporre un doppio tipo di concerto per il "Domino Tour"? "Avevo già provato questa formula con il mio precedente cd "Naif" e l'esperimento era piaciuto a tanti. Penso che "Domino" sia un disco ancor più adatto alla possibilità di andare a scandagliare meglio i mondi sonori che vi sono contenuti. Invece di rischiare di fare un papocchio indefinito ho preferito dare una doppia forma al live"

E' corretto quindi definire più rock ed essenziale il concerto a Rovereto?

"Io lo definirei anche un live quasi "randagio" nel senso che siamo solo in tre sul palco ma con un bel muro di suono. C'è parecchia elettronica ma rigorosamente suonata dal vivo perché io aborro quando mi nominano le basi registrate. Quindi facciamo sia vecchie canzoni, smontante e riarrangiate anche con parecchi cambi armonici, sia brani nuovi suonati in maniera paricolare".

Mentre le forme teatrali quali saranno?

"Non voglio cadere nell'autocelebrazione ma penso sia uno spettacolo molto coinvolgente che sta crescendo data dopo data e mi sta dando bellissime sensazioni anche nella risposta del pubblico".

Soddisfatta dall'accoglienza ricevuta con "Domino" il suo quinto album che ha richiesto ben tre anni di lavoro?

"Non ho mai ricevuto recensioni così belle come per questo album. Dietro questo disco ci sono tante idee e tanto entusiasmo. Credo che molti abbiano compreso questo impegno e abbiano apprezzato il mood del disco. Mi dispiace un po' che sotto l'aspetto radiofonico sia stato magari un cd meno impattante dei miei precedenti ma questo non mi turba più di tanto. In realtà io pensavo di aver registrato un lavoro estremamente "facile", molto pop, e invece mi sono accorta di aver sfornato qualcosa di più complesso".

 

Appunto, c'è chi parla del suo disco della maturità: che effetto le fa?

"Sinceramente il termine maturità mi fa uno strano effetto perché in realtà non ho mai fatto un disco con così tanta leggerezza. E' stato un lavoro appassionante, ci ho impiegato tanto a scrivere le canzoni ma in realtà per la produzione ci abbiamo messo sei mesi trascorsi però in maniera libera, senza pressioni di sorta, senza ansia, con l'idea di fare un bel disco".

Sbirciando il suo sito Facebook ho trovato diversi riferimenti a David Bowie: da dove la sua passione per il Duca Bianco? "Per me Davide Bowie è imprescindibile. La sua grandezza è stata sempre quella di cercare senza paura di esplorare nuovi territori di percorrere nuove strade ma nello stesso tempo ha avuto l'intelligenza di cogliere i limiti che a volte una simile esplorazione può portare. Per lui il tempo e le ispirazioni erano una continua possibilità di cambiamento senza mai cercare un approdo definitivo".

Cosa racchiude un titolo come "Domino"?

"Rappresenta tanti pezzi diversi coma accade per il gioco in scatola. Pezzi che a seconda di come li combini danno soluzioni differenti. In questo cd non c'è una canzone che per scrittura o produzioni risulti come un altro, sono tutti diversi. L'aspetto curioso è che in base a come mettevi in brani in scaletta e a seconda di come si posizionava cambiava l'atmosfera del disco stesso",

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