Pippo Pollina la Trento fra canzoni e utopie

di Fabio De Santi

Approda a Trento, stasera alle 20.45, al Teatro San Marco, il tour di Pippo Pollina.
 
Il cantautore siciliano, molto popolare anche in Germania, Austria e Svizzera, proporrà il meglio del suo canzoniere e i brani dell’ultimo cd «Il sole che verrà». Alle 17.30, il musicista presenterà il libro «Cento chimere» (Lastaria Edizioni) alla libreria Àncora di Trento. Dal senso della sua fatica letteraria ha preso le mosse la nostra intervista.

Pollina, esce in italiano, dopo la pubblicazione in tedesco, il suo primo libro: cosa l’ha spinta a scriverlo?

«È stato un processo creativo spontaneo, non calcolato. Ho iniziato a scrivere una ventina di pagine e poi ho pensato che queste avrebbero potuto diventare un libro dalle forme autobiografiche. In questo libro il mio percorso diventa una scusa per parlare di altre cose come le trasformazioni della nostra società, della nostra Europa negli ultimi quarant’ anni che sono stati costellati di momenti belli e brutti di cui noi siamo protagonisti e testimoni, probabilmente senza rifletterci più di tanto. Ho focalizzato l’attenzione  su tre momenti focali, tre punti di svolta della storia recente del nostro mondo».

Quali?

«La caduta del muro di Berlino nel 1989, l’avvento di internet e del mondo digitale nella seconda metà degli anni ’90 e l’11 settembre 2001, con l’attentato alle torri gemelle negli Stati Uniti. Questi sono gli episodi che hanno cambiato le sorti del pianeta, inciso sulle nostre vite e sul nostro presente».



Cosa racchiude il titolo?

«Indica l’elemento dell’utopia, del sogno, non dal punto di vista prettamente onirico ma della visione e della immaginazione, aspetto molto importante per dare alla nostra vita un impulso pieno di speranze. Avere una chimera, avere un sogno da realizzare o averne cento, ancora meglio, rappresenta qualcosa che ci aiuta, ci dà una mano sostanziosa per andare avanti. Credo che tutti noi abbiamo chimere, sogni da realizzare, ciascuno di noi, ovviamente, ne ha diversi ed in relazione a questo, va avanti e cerca di impostare la propria vita».

Nella prefazione troviamo le parole di Nando dalla Chiesa e questo ci porta ad un tema a lei caro come quello delle mafie.

«Quando ho cominciato a trattare questo tema, ad assumere atteggiamenti di contrapposizione a “Cosa Nostra”, la lotta alla mafia era un segmento di lotta politica in Sicilia perché la mafia toglieva libertà alla gente e aveva una funzione politica. La mafia non era semplicemente un gruppo di criminali che faceva affari con il contrabbando di sigarette o di droga ma aveva connessioni e connivenze ad alto livello e, con uno scambio di favori, teneva in pugno 5 regioni italiane. Poi le cose sono cambiate, come scrivo nel libro, perché, dopo la caduta del muro di Berlino, è venuta meno la connessione politica e sono cominciate per questa organizzazione molte difficoltà. Non è un caso che dopo questo evento la criminalità organizzata intorno a Cosa Nostra abbia vissuto un declino inesorabile che continua ancor oggi».

Veniamo al concerto per il tour «Versi per la libertà».

«Sarà un concerto particolarissimo, nel quale le voci assumono una centralità fondamentale; ci sono tre magnifiche vocalist che mi accompagnano, siciliane anche loro: Claudia Sala di Palermo e le sorelle Roberta e Adriana Prestigiacomo di Trapani. L’idea era quella di presentare canzoni nude e crude dal punto di vista armonico e melodico e le voci lavorano come se fossero degli strumenti musicali. Quindi, è un tipo di spettacolo che quasi nessuno ormai porta in giro perché un solo strumento comprende quattro voci e si rivendica la centralità della canzone».

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