Fabio Concato a Pergine: «Il mio live sarà intimo e verace»

di Fabio De Santi

Un omaggio alla musica italiana d’autore con un cantautore che guiderà il pubblico in un viaggio carico di ricordi tra le sue canzoni più note, attraverso atmosfere musicali inedite dai suoi maggiori successi, come «Fiore di Maggio», «Guido piano» e «Rosalina», fino ai brani più recenti.

Lo propone Fabio Concato nel concerto di martedì 16 ottobre, alle 20.45, al Teatro Comunale di Pergine accompagnato da Ornella D’Urbano, arrangiamenti, piano e tastiere, e da Larry Tommasini alle chitarre.
In questa intervista l’artista milanese ci racconta questo live guardando anche al suo futuro che lascia molte speranze ai fan per un nuovo album di inediti.

Concato, quali forme avrà il concerto che segna il suo ritorno in Trentino?
«Sarà un live molto snello e semplice come è nel mio stile, senza trucchi né inganni. Si tratta di uno spettacolo unplugged: oltre a me, che canto e suono la chitarra, sul palco ci sono Larry Tommasini e la bravissima Ornella D’Urbano per una situazione che mi piace definire molto intima e verace».

Un bel modo per raccontarsi attraverso il suo lungo percorso di cantautore.
«Direi di sì, ormai di canzoni ne ho scritte tante (sorride divertito, ndr) visto che come arco temporale siamo intorno alla quarantina d’anni, più o meno. Ci saranno le mie primissime cose degli anni '70 fino ad oggi. Tornando su questa formazione a tre la trovo ?godereccia? e godibile da parte del pubblico perché è proprio così, senza trucchi, come la si vede ed esprime al meglio il mio desiderio di cantare e anche un po’ di quel sano "facce ride!"».

C’è qualche brano del suo repertorio che ha riscoperto di recente in concerto?
«È capitato con un pezzo, che ho amato tanto ma che per una serie di motivi non ho più suonato quasi me ne fossi dimenticato. Si tratta di "Ritornando a casa", canzone che ho ritrovato e rivestito con una nuova versione live. Quando si arriva ad avere un repertorio ampio uno si ritrova a fare la scaletta facendo della scelte in base a diversi fattori. Poi c’è un’altra canzone, Dean Martin, che non ho proposto per moltissimo tempo: si tratta del mio primo singolo, quella, e lo dico con grande umiltà, era una canzone molto avanti, si parlava già di travestitismo in tempi in cui l’argomento era quasi tabù».

Quale importanza ha la parola, il testo, nella forma canzone di oggi?

«Non è semplice rispondere: mi piacerebbe che avesse ancora lo stesso peso di un tempo ma ad esempio il rap ha forme diverse di comunicazione con la parola usata in altro modo. Non ce l’ho, sia chiaro, con i rapper, che spesso fanno cose molte intelligenti e gustose, però la melodia, l’armonia, sono cose diverse. Anche sul fronte della musica d’autore la situazione non è rosea, con melodie sempre più standard o arrangiamenti che sono più o meno sempre uguali. Qualche fa ho inciso delle canzoni del decennio 1950 - 1960 con Fabrizio Bosso e Mazzariello e ci siamo accorti come queste siano ancora potentissime cinquant’anni dopo. Tornando a bomba, sarebbe bello che qualcuno dopo 50 anni cantasse Fedez tanto per fare un nome, il primo che mi viene in mente, con tutta la stima. Sarebbe bello perché significherebbe che è rimasto qualcosa nel tempo e che resiste all’usura».

I suoi fan si chiedono quando uscirà un nuovo cd di inediti dopo un’attesa che dura dal 2012.
«Se devo essere sincero oggi sto trovando tutta la mia soddisfazione nel live. Probabilmente ci sono dei motivi se non scrivo anche se, lo confesso, all’inizio mi creavo dei sensi di colpa soprattutto nei riguardi della gente che mi dimostra sempre un grande affetto. Ora ho meno sensi di colpa anche perché credo sia giunto il momento di pubblicare un album di canzoni inedite. Ci sono già diversi pezzi nel cassetto che faranno parte di un nuovo disco nel 2019».

comments powered by Disqus