Il porno-funk dei Mutants al Porteghet

di Fabio De Santi

Una miscela di garage rock anni ’60, surf, porno funk e psichedelia maniacale: sono queste le bizzarre credenziali dei The Mutants la band finlandese che suonerà domani alle 19, sul  palco del Porteghet.

In questa occasione Cosmopolitan Greetings punta su questa formazione che propone un sound adatto per essere la colonna sonora per film di Russ Meyer, Quentin Tarantino e Aki Kaurismäki.
I The Mutants, celebrano in questo tour i loro primi vent’anni di scorribande sonore visto che sono  stati fondati nel 1998 da Weijjo Abnormal, che voleva formare una band strumentale dopo essersi stancato di cantanti difficili da gestire. I membri sono stati scelti dal suo precedente gruppo punk o scovati in luoghi alieni del Grande Nord.

Il suono di The Mutants è stato piuttosto particolare fin dalle origini: dopo i primi concerti con la solita strumentazione chitarra, basso, batteria e organo, sono stati aggiunti sassofono e percussioni traformando il materiale originariamente punk-garage con dei battiti all blacks in puro stile Parliament  e Funkadelic. Dopo diversi singoli, brani su compilation e dozzine di concerti, la band pubblica tre dischi con l’etichetta Spinefarm: «Voodoo Blues», «Death Cult» e «Grave Groove» con le copertine illustrate da uno dei più visionari artisti della mambo art, il disegnatore messicano Dr. Jorge Alderete.

Nel 2011 pubblicano il quarto disco: «Boogie de la muerte» e nel 2013 «Mutacalypso now!!» e continuano a veder crescere gli adepti del «culto mutante» suonando ai maggiori festival europei compreso un epico show al festival Beat di Salsomaggiore. Dopo il mini album «La fiesta infernal» la band arriva in Italia a presentare il nuovo lavoro «Mutantiki» per un album: «Impreziosito - sottolineano i tipi di Cosmpolitan - da extraterrestri trame sonore che combinano i Leningrad Cowboys in acido col Booker T più cool e superfunk».

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