Camin canta i «Palindromi» del cuore e dell'anima

di Fabio De Santi

È uscito ieri in formato digitale Palindromi l'album «green style» di Francesco Camin . In questo disco, che può essere catalogabile sotto il file di «alternative-pop», il cantautore di Trento concilia musica e natura in un connubio in cui «Terra» e «Anima» sono i due volti di una stessa medaglia.

Questo lavoro, «Palindromi», nasce dalla passione di Francesco Camin, ventinovenne che attualmente fa il postino sulle montagne del Trentino, per gli alberi, studiati nel suo percorso scientifico e raccontati ora in un lavoro in cui l'artista cerca sempre la connessione con la natura. Il disco, prodotto da Roberto La Fauci è stato registrato tra fine 2016 e il marzo 2017 negli studi «Metrò Rec» di Riva del Garda e ai «La Forge Creative Chambers» di Provaglio d'Iseo, nel bresciano, con il mastering affidato a Mauro Andreolli ed esce per la Lady Lovely Label con distribuzione Goodfellas, per ora sui principali store digitali ed in un secondo momento anche in formato fisico. 

Il disco si apre con «Tartarughe», in cui s'immagina un mondo in cui gli umani si risvegliano trasformati in animali, e lascia le note alla title track «Palindromi» una canzone d'amore puro che diventa fusione di anime: «Con questa unione ? racconta Camin - anche fisica, i due diventano uno. Quando due persone sono nell'amore vero rimangono distinte ma unite, e si possono così "leggere" in entrambe le direzioni, diventando un vero e proprio palindromo vivente». 


Le note dell'introspettiva "Abisso" si legano a «Tasche» una richiesta d'aiuto: «Ci sono cose che non dico mai, che voglio tenere segrete agli occhi degli altri, e forse anche ai miei. Sono i demoni, le paure, i mostri, il passato. Sono il mio piombo. Tutto quello che mi appesantisce, che riempie le mie tasche e mi tiene ancorato sul fondo di un mare limpido che sarebbe bellissimo esplorare leggero e senza timori». 
La tracklist dopo «Verde» regala «Dovrei» canzone legata al cambio di prospettiva mescolato ai tanti «dovrei» delle nostre giornate: «Credo che l'unico modo che ho per vivere davvero ? racconta il cantautore - sia il cambio di prospettiva, l'annullamento di ciò che credo, l'abbattimento giornaliero dei dogmi e delle certezze accumulate nella mia esperienza. Mettere a tacere la mente per lasciare spazio all'anima, che sicuramente offre la visione di ciò che è, e non di ciò che sembra». L'andamento leggero e solare di «Le cose semplici» trasporta verso la chiusa dell'album affidata ai passaggi di «Un gioco» canzone legata ad un amore passato come sottilinea Camin: «L'ispirazione si lega ad un testo scritto da Anna, una persona che mi è entrata nel cuore e che non n'uscirà più nonostante le nostre strade si siano separate».

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