Il regalo del coro della Sat ai trentini

Un omaggio del Coro della Sat agli appassionati del canto popolare, un regalo ai trentini - orchestrato dalla Fondazione Coro Sat assieme al nostro giornale – questo concerto-anteprima di giovedì 11 alle ore 20,30 nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Trento. Un dono di quel Coro che è stato ed è rimasto il «Conservatorio delle Alpi» come l’aveva battezzato il grande Massimo Mila individuando nel suo magistero culturale e musicale basato sullo studio dei repertori e sulla creatività e nel suo essere ambasciatore di storie e memorie quei valori umani che danno un senso alla poesia e  all’anima della coralità alpina.
A tutti gli effetti un’anteprima (che è poi il primo appuntamento della nuova stagione 2018), una copia fedele del programma che il coro eseguirà a Mosca il 21, sempre di questo mese, come concerto inaugurale dell’ottava edizione del prestigioso Festival di Musica Sacra Natalizia di Mosca: l’armonia che sposa la spiritualità per il tradizionale Natale ortodosso. Un palcoscenico internazionale, quello moscovita, con presenze di alta levatura.

È stata la Società di concerti Mmdm - la Casa Internazionale della musica di Mosca, presieduta da Vladimir Spivakov - ad invitare questa volta la Sat al Festival, nella cornice dell’Auditorium Svetlanov, un Tempio della Musica che accoglie più di 1700 persone. E questo grazie anche ai passati successi della Sat in terra russa: la prima trasferta del Coro fu nel 2006, sempre a Mosca, con un concerto strabiliante nella sala Rachmaninov del Conservatorio Chaikovskij; la seconda tra Omsk e Mosca nel 2009 e, a coronamento, il Premio conquistato al concorso internazionale di Sochi di due anni fa.

Il concerto di giovedì nella Chiesa di S. Maria Maggiore, propone dunque il repertorio classico del Natale, le canzoni (trentine, piemontesi, croate, siciliane, austriache, marchigiane) temperate dai grandi armonizzatori, dai pilastri della vocalità satina, quel suono, timbro e colore, quelle sonorità che ci hanno nutrito lo spirito per anni, che ci hanno fatto risuonare le corde più intime del nostro essere, che continuano ad emozionarci, a stupirci ogni volta di più, e di più ancora con le nuove dolcissime sfumature e affinamenti conquistati dalla mano felice di Mauro Pedrotti: canti che sono entrati nel corpo vivo della tradizione di tutti i popoli.

Un crescendo che prende il via con la Nenia di Gesù Bambino (Luigi Pigarelli) per poi continuare con «O felice o chiara notte» (trascrizione di Renato Dionisi), con Questa notte è nato il Redentor (arrangiamento di Andrea Mascagni), con I tre Re dell’Oriente (trascrizione di Luigi Pigarelli), con Stille Nacht (armonizzazione Antonio Pedrotti), con il mottetto sacro Adeste fideles (armonizzazione Renato Dionisi), con Tu scendi dalle stelle (armonizzazione Antonio Pedrotti), con Questa notte è nato in terra (armonizzazione Renato Dionisi), con Natu natu Nazzarè (armonizzazione Lino Liviabella), con Venite o pastori (armonizzazione Renato Dionisi), con Oggi è nato in una stalla (ricostruzione di Luigi Pigarelli), e, dulcis in fundo, con l’Ave verum corpus, K618, del grande Wolfgang A. Mozart, versione per coro maschile e organo di Sandro Filippi, all’organo Stefano Rattini, con Natal! di Riccardo Zandonai (da I cavalieri di Ekebù, violino solista, Gianluca Zanolli) e con il Te Deum di Riccardo Zandonai per coro maschile e organo (sempre Stefano Rattini). Partiture complesse e «fuori dal coro» ma che ormai da tempo vivono dentro il nuovo vestito satino, aperto a nuove eccellenze del classico, a nuove letture polifoniche, coloristiche e virtuosistiche, affrontate con coraggio, passione, umiltà e genuina professionalità.

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