Al Porteghet folk e psichedelica con gli Alice Tambourine Lover

di Fabio De Santi

Prende il via proprio da Trento il mini tour europeo di presentazione di «Like a rose» il terzo album degli Alice Tambourine Lover. L’appuntamento con la band bolognese, organizzato dai tipi di Cosmopolitan Greetings, è per domani sera, dalle 19, Al Porteghet di Trento.

Edito dalla Go Down Records, il disco «Like a rose» mette in luce tutte le qualità sonore di questa formazione capace di farsi notare fra gli appassionati del genere ben oltre i confini locali. Quello che inizialmente - era il 2012 - sembrava un progetto parallelo e forse anche estemporaneo rispetto al rock aggressivo degli Alix, la prima stoner band italiana, arriva oggi al terzo capitolo, con tutta l’aria di avere intrapreso un percorso di lungo respiro.

Come già detto ai tempi di Naked Songs, e ribadito con il successivo Star Rovers, il linguaggio degli Alice Tambourine Lover, duo formato dalla cantante Alice Albertazzi e dal chitarrista Gianfranco Romanelli, si struttura all’incrocio tra folk e blues, tra Bretagna e Delta del Mississippi, appoggiando la voce di lei - mesmerica e tagliente - sul crogiolo allestito dalle chitarre (tra cui dobro, lap steel, ukulele) in un magmatico caleidoscopio sonoro che intreccia il folk alla psichedelica. Il blues abrasivo del duo bolognese si è fatto più soffuso e mantrico, accarezzando terreni leggermente psichedelici.

«Like a rose» si presenta senza esplosioni blues, ma con un tono introspettivo e avvolto su se stesso. «L’effetto - raccontano gli organizzatori del live - è spesso ipnotico, si tratti di trame terrigne e vischiose che sbocciano da un boogie impudente (la title track) oppure di retaggi grunge a spina staccata e sguardo torvo («Never Boulevard», scritta da Dandy Brown e John Garcia degli Hermano). In questo ambito, che non lascia margini all’originalità, i due si concentrano sul grado di intensità, sullo starci dentro con la convinzione di chi questi codici li respira e perciò li domina con bella naturalezza, con ballate che stemperano vibrazioni rurali e inquietudine urbana.

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