L'onda rock dei Litfiba sulla scena di Castelfolk

di Fabio De Santi

“Promettiamo ai nostri fan trentini un concerto pazzesco con più di due ore di musica. Abbiamo una grande voglia di divertirci, di stare insieme al nostro pubblico e di fare un gran casino, di essere positivi, di essere eutopici, sarà un concerto di grandissima energia, emozioni e tantissima musica. Nello show ci sono anche due ore e venti di proiezioni stupende”.

È questa la promessa dei Litfiba , fatta ai lettori del nostro giornale, che stasera porteranno il loro “Eutòpia Tour” a Castellano in Vallagarina nell’ambito di Castelfok (ore 21). Per il ritorno in Trentino di una delle più amate rock band italiane sono attesi almeno duemila spettatori pronti ad ascoltare vecchi e nuovi successi della band guidata dal cantante Piero Pelù e dal chitarrista Ghigo Renzulli che ha segnato il rock tricolore prima negli anni ‘80 della new wave tricolore con album come Desaparecido e 17 Re e poi nei successivi decenni con un sound più rock ma di maggior successo.

“Eutòpia” che ha esordito al terzo posto della classifica degli album più venduti in Italia e al primo posto della classifica dei vinili, è composto da dieci graffianti tracce in puro stile Litfiba, dove Pelù e Renzulli trattano diversi temi: dall’inquinamento all’estremismo religioso, passando per le vittime della ‘Ndrangheta ai nuovi media.Elementari e raffinati, ultrapotenti e sentimentali, esplosivi e romantici, elettrici e poetici, i Litfiba hanno attraversato la storia della musica italiana, dal 1980 ad oggi, segnandola in maniera indelebile, cambiando il corso delle cose, resistendo a traversie e imprevisti, morendo e rinascendo nel corso dei decenni.

Dietro la sigla di “Eutòpia c’è il “buon luogo”, o anche la possibilità di essere al posto giusto, realmente. Se nel suo significato originario Utopia è il luogo immaginato, che non esiste e non è raggiungibile, Eutòpia è lì dove si materializza il benessere e la felicità. Ed è questo il punto centrale dell’album, che sembra dire in ogni brano che nell’universo delle possibilità l’impossibile non esiste, “nihil difficile volenti” come dicevano i latini, volendo tutto è possibile. Ghigo e Piero ci ricordano che nell’Eutòpia dei Litfiba tutto è possibile e l’impossibile non esiste, dichiarano ancora una volta, come hanno sempre fatto in passato, che l’unica regola è quella di avere il coraggio di portare avanti le proprie idee.

E che loro lo fanno con la musica, con coerenza e con amore per la vita e per il rock mettendo anche nel nuovo album rabbia, amore, fantasie e meraviglie, urla e sussurri, scariche d’elettricità e vento potente. “Il nostro è un disco – raccontano Piero e Ghigo- musicalmente molto complesso, nel senso di vario. Si passa dal rock al punk, alle ballate, all'ethno metal e ci sono anche dei pezzi che guardano agli anni Ottanta.

Nella ballata “Straniero” c’è tutta la tavolozza degli stili dei Litfiba”. Proprio “Straniero” è una delle canzoni simbolo del cd accanto a “In nome di Dio” un brano, nato anche in seguito ai drammatici fatti della strage del Bataclàn a Pargi, che è il più ruvido del disco, e che i Litfiba definiscono ethnometal: “In questo testo si parla – dice Piero Pelù - di questa situazione distopica che stiamo vivendo ora anche noi sulla nostra pelle ma che in molte terre come l’Afghanistan, l’Iraq, la Siria vivono da ormai quasi quarant’anni. Generazioni nate in guerra e noi non possiamo chiudere gli occhi davanti a quello che succede intorno a noi perché altrimenti ne verremo travolti”.


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