Kardemimmit: 4 splendide donne portano la Finlandia a Itinerari Folk

di Fabio De Santi

«Dalla Finlandia arriva una nuova meraviglia. Kardemimmit è un quartetto di musica finnica format da 4 splendide donne: Maija Pokela, Jutta Rahmel, Anna Wegelius e Leeni Wegelius». È questa una delle descrizioni delle Kardemimmit il gruppo che canta e suonano su una rara gemma: il Kantele, strumento nazionale finnico, atteso in concerto questa sera per Itinerari Folk. Da Leeni Wegelius ci siamo fatti raccontare la dimensione di questa formazione.


Come sono nate le Kardemimmit?

«Nel 1999, nell’ambito del conservatorio Juvenalia di Espoo, nel sud della Finlandia. All’epoca io e la mia gemella Anna avevamo 10 anni, Maija Pokela 9 e Jutta Rahmel 8. La nostra insegnante pensava che saremmo state una simpatica band. Abbiamo iniziato suonando solo il kantele ma nel giro di qualche anno fu proprio lei, la nostra insegnante, a spingerci a cantare. Da allora il canto è diventato la parte più importante della nostra musica».

Le vostre composizioni affondano le radici nella tradizione della vostra terra ma si contamina anche con il presente: in quale modo?

«Il nostro background musicale è la musica folk finlandese. Abbiamo tutte studiato a fondo le diverse tradizioni e i tipi di kantele, insieme agli stili vocali del folk finlandese, dal conservatorio all’università. Nonostante seguissimo la tradizione, abbiamo però sempre composto e fatto musica originale. Ognuna di noi ha iniziato a circa 10 anni a studiare composizione, che fa parte della formazione musicale di base in Finlandia. Ma la nostra musica subisce anche le influenze di quello che ci circonda: il mondo moderno con tutti i diversi stili musicali. Influenze musicali diverse quindi sono piuttosto naturali. Per questo non ci piace categorizzare la nostra musica come “folk” o “world”: è solo musica, fatta di tutto ciò che amiamo e che ci incuriosisce. Per esempio, la musica vocale finlandese non ha armonie: è solo melodia. Il nostro stile attinge molto dalle armonie che si possono ottenere dal kantele e dalle tradizioni vocali armoniche dell’est Europa».

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Quali sonorità esprime il Kantele, strumento nazionale finnico?

«Il suono del kantele, chiaro e argentino, è unico e bellissimo. Perfino nella tradizione finlandese della Bibbia si dice che gli angeli suonassero il kantele in Paradiso. Viceversa, con le taglie più grandi dello strumento, si possono ottenere anche suoni scuri e profondi».

Di cosa raccontano i vostri brani?

«Ci ispiriamo molto ai temi tradizionali finlandesi: natura, amore, morte e divinità. I nostri preferiti sono amore e malinconia, che spesso convivono. Qualcuno ci ha definite “ragazze felici che cantano canzoni tristi”. Del resto il confine tra felicità e tristezza in Finlandia è molto labile. Forse dipende dai lunghi inverni che dalle nostre parti la natura rende molto malinconici. Nel nuovo album che uscirà a breve abbiamo scritto brani sia sull’estate finlandese, che è bellissima e fiorita, sia sulla luce magica delle nostre, brevissime e malinconiche notti».

Qual è la maggiore difficoltà nell’intrecciare le vostre voci?

«Facciamo musica insieme da così tanto tempo che intrecciare le voci non è affatto difficile. Ci viene veramente naturale. Il difficile semmai è scegliere le armonie più interessanti tra tutte le varianti a disposizione. Ci piace sperimentare accordi che spingono al limite le nostre possibilità e creare tensioni sonore che risolvono in modo non tradizionale».

Avete già suonato in Italia e cosa vi affascina del nostro Paese?

«Questa è la nostra prima volta e siamo emozionatissime! Amiamo il cibo italiano e naturalmente il clima temperato. Io ho studiato italiano per due anni come hobby, perché adoro il suono della vostra lingua. Sono anche una fan della vostra cultura, dei paesaggi e della cucina. Non parlo italiano molto bene ma capisco qualcosa. Proverò a dire qualcosa al pubblico in italiano durante il concerto, se avrò il coraggio».

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