Moroder incantatore

di Fabio De Santi

All'inizio magari ti viene anche da chiederti cosa ci faccia un signore che ha superato le 76 primavere alle prese con una consolle e i ritmi variegati della dance. Poi però ti rendi conto di come quell'uomo dalla folta chioma bianca, che risalta su una camicia nera, con tanto di cuffione rosse, incarni una passione per la musica e per il ballo in grado di attraversare le generazioni. Lui è Giorgio Moroder , produttore, musicista e disc jockey che ha segnato con i suoi sintetizzatori e la sua creatività, i paesaggi della discomusic e anche dell'elettro style. Una leggenda insomma che si diverte ancora un sacco a quanto pare a far ballare tutti. È accaduto per i duemila spettatori accorsi giovedì sera per assistere al suo dj set ai Giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano per l'evento organizzato dalla Showtime. 

Fra computer, video ed effetti il musicista di Ortisei ha iniziato il suo set salutando i presenti in italiano, tedesco e ladino prima di presentarsi con quello che è diventato un vero e proprio must: My name is Giovanni Giorgio but everybody calls me Giorgio (Il mio nome è Giovanni Giorgio ma tutti mi chiamano Giorgio). Una frase che si lega al brano realizzato con il duo parigino dei Daft Punk. 

Con Moroder ci si infila in un viaggio sonoro nel tempo che inizia negli anni settanta con quella seguente, «Love to Love You Baby» legata alla voce di Donna Summer , la cantante americana la cui carriera si lega indissolubilmente a quella del musicista altoatesino. Ma Giorgio Moroder è anche quello di brani come «Get on the Funk Train», «Zodiac», «The Runner» che riportano alla memoria artisti come Roberta Kelly e The Three Degrees. Il tutto senza dimenticare le colonne sonore di film come Top Gun con il tormentone Take My Breath Away , American Gigolò, Scarface che hanno portanto Moroder a conquistare anche gli Oscar. Il pubblico ondeggia e balla per due ore di fila e a volte sembra chiedersi «Ma anche questa l'ha composta lui?» muovendosi fra il ritmo di The NeverEnding Story , interpretata dal cantante inglese Limahl , (qualcuno ricorda i Kajagoogoo?) tratto dal film «La storia infinita» e i pezzi migliori tratti dal suo ultimo cd «Déjà vu». C'è spazio anche per «Together in Electric Dreams» con la voce di Philip Oakey, verso l'universo dei Daft Punk con i quali ha collaborato al cd «Random Access Memories» in cui è contenuto l'omaggio dei due maghi dell'elettronica francesci nelle note di «Giorgio by Moroder». 

Dopo due bis - in cui infila un suprclassico della new wave americana quale «Call me» di Blondie , di cui è stato produttore, schegge di Flashdance (altra pellicola di cui ha firmato le musiche) e Hot Stuff , altro singolo di Donna Summer - Moroder si congeda godendosi l'abbraccio di chi davvero non vorrebbe mai smettere di ballare con la musica di Giovanni Giorgio.

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