Al Masetto di Terragnolo la cultura resiliente

di Tommaso Gasperotti

«Vogliamo dedicare la stagione culturale 2019 al bosco e alla conservazione del paesaggio di Terragnolo». Giulia Mirandola, anima del Masetto, il presidio culturale, educativo ed eno-gastronomico di montagna situato a Geroli, una delle 33 frazioni della valle, ci introduce all’interno del ricco programma culturale ideato per il 2019: laboratori, mostre, presentazioni di libri, concerti e convegni pensati per approfondire il dialogo più profondo tra esseri umani ed elementi naturali.

Il Masetto giunge alla sua terza stagione. Quale sarà il focus della programmazione culturale di quest’anno?

I focus saranno principalmente due. Da una parte il bosco, in particolare quello falcidiato e trasformato dalla tempesta di fine ottobre. I suoi alberi caduti ci ricordano la fragilità della natura, ma anche la sua capacità di resistere e di rigenerarsi. Dall’altra, un altro attualissimo tema: la conservazione del paesaggio. In primavera, la valle di Terragnolo è colpita una seconda volta da un evento che minaccia gravemente il territorio, questa volta però per mano dell’uomo: il progetto di realizzazione di un’autostrada. Progetto a cui il Masetto si oppone con la forza delle idee».

Saranno ospiti del Masetto scrittori, poeti, illustratori e antropologi, tutti attenti osservatori delle terre alte: una rassegna che si arricchisce di nomi di rilievo nazionale.

Nell’arco della stagione ospiteremo 11 librerie indipendenti - di cui quattro trentine (Piccoloblu e Arcadia di Rovereto, Due Punti di Trento e Piccola libreria di Levico Terme, ndr) e le restanti un po’ da tutt’Italia (Venezia, Torino, fino a Roma) -, per un totale di 16 incontri dedicati a poesia e letteratura. Si parte questa sera alle 18 con Leonardo Piccione e «Il libro dei vulcani d’Islanda»: per la prima volta in Trentino, il giovane viaggiatore barese, primo scrittore italiano a pubblicare per Iperborea (nota casa editrice specializzata in letteratura scandinava, ndr), dialogherà con Fabio Fanelli, raccontando il suo amore per l’Islanda, terra fragile e per certi versi molto simile a Terragnolo.

Quali sono gli elementi in comune?

Sono entrambi territori periferici, dove il legame con la natura, selvaggia e non addomesticata, è forte: anche qui puoi camminare per ore senza incontrare nessuno.

Di natura e paesaggio si parlerà anche negli incontri successivi

Sì. Questa mattina, alle 11, avremo con noi Paola Dubini, docente universitaria della Bocconi che, dialogando con l’editore Paolo Canton, presenterà il suo libro «Con la cultura non si mangia. Falso!»: un’occasione per indagare il rapporto tra imprese culturali e sostenibilità economica. A seguire, alle 15, la poetessa Anna Toscano affronterà una riflessione sul tema del confine, accompagnata dalle note della musicista e psicoterapeuta Maria Laura Bergamaschi.

Altri appuntamenti da segnarsi in agenda?

Tanti. Ma non saranno mai caratterizzati da un approccio di tipo accademico: ogni incontro sarà un’esperienza aperta, adatta ad un pubblico trasversale, di adulti e bambini, che nasce semplicemente dal desiderio di approfondire argomenti che ci aiutino a capire meglio il legame con il territorio in cui viviamo. Per questo abbiamo pensato di invitare non solo scrittori e poeti, ma anche geografi, architetti, ricercatori, fotografi e illustratori: ognuno con una visione diversa ma sempre molto attenta e sensibile verso la montagna.

Il Masetto un po’ come laboratorio di osservazione e narrazione del paesaggio?

Crediamo che leggere lo spazio attraverso una molteplicità di sguardi abbia effetti positivi sulla qualità della vita in montagna. Il nostro impegno quotidiano è mosso dal desiderio di creare un vero e proprio spazio di confronto e aggregazione, sia per abitanti che visitatori, in una valle straordinaria dal punto di vista ambientale ma spesso fuori dalle rotte canoniche.

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