Il «reggimento dei ragazzini»

Una vicenda particolare e forse poco nota, una «storia nella storia» del primo, tragico, conflitto mondiale che infuriò in pieno anche in Trentino è quella del «Knabenregiment», il reggimento dei ragazzini dell’Alta Austria schierato al fronte dall’Impero asburgico.

È la storia dei giovani volontari austriaci del circondario di Linz che, all’inizio del 1915, costituirono un reggimento di oltre 1200 soldati dai 15 ai 18 anni di età e furono inviati a combattere sul fronte trentino, tra la Val d’Adige, gli Altipiani di Vezzena, Lavarone, Folgaria e la Valsugana.
A raccontare il destino del Frei-Williger Ober-Österreich Schützen Reg. (Fwoos, Reggimento dei Volontari dell’Alta Austria) - nato nel salisburghese - era stato Conrad Rauch, ex combattente del reparto, in un libro concepito e scritto fra gli anni ’50 e gli anni ‘70 del Novecento.

Il libro viene ora riproposto in una veste aggiornata, completamente rivisitato nell’iconografia e con integrazioni al testo originale che aggiungono il punto di vista italiano ai fatti narrati: un lavoro di 370 pagine con oltre 360 immagini, scelto per chiudere il centenario della Grande Guerra dall’Associazione storico culturale Valsugana Orientale e Tesino di Borgo.
Il volume, Storia dell’imperialregio Reggimento degli Schützen volontari dell’Alta Austria - curato da Stefania Simi, Luca Girotto e Fulvio Alberini - verrà presentato sabato alle ore 18 a Borgo Valsugana (Auditorium della Comunità di valle), 11° titolo dei «quaderni del museo» editi dall’Ascvot.

Nel 1915 Emil Gurtler, Landesschützenmeister - spiega Luca Girotto - tenne 88 conferenze propagandistiche, e i giovani che si offrirono volontari dettero vita ad un reggimento, su due battaglioni di tre compagnie ciascuno, per complessivi 37 ufficiali, 3 medici, 2 cappellani militari, 1178 uomini, 52 cavalli, 20 carri e 6 cucine da campo. A Linz rimase un reparto «di marcia» con 3 ufficiali e 109 uomini, che avrebbe dovuto provvedere al rinsanguamento delle fila degli Schützen.

«Il battesimo del fuoco - racconta lo storico - giunse per il 1° battaglione sul Durer (Folgaria) il 21 agosto 1915; per il 2° fu il 24-25 agosto sulla piana di Vezzena in occasione dell’attacco della Brigata Ivrea al caposaldo del Basson. Le compagnie del 2° erano in quest’occasione schierate tra Cima Verle e forte Verle e sul Basson stesso».
Il reggimento si spostò a Rovereto nell’ottobre del 1915 e rimase in Val d’Adige fino all’aprile del ?16 quando salì sulla Panarotta. Il 26 settembre, per le perdite subite senza possibilità di ricostituzione (il reparto di marcia era stato completamente utilizzato) venne ricostituito come battaglione. Sarà conosciuto come «Knabenbaon» o battaglione dei bambini, per la giovane età di molti dei suoi componenti.

In Valsugana - argomenta Girotto - questi ragazzi parteciparono a tutti i principali combattimenti: memorabile fu il disastro cui andarono incontro su quota 1010 (per gli italiani 1022) del cosiddetto «Cafelòto» sulla sinistra idrografica di Val Maòra, sotto al Colazzo di Agnedo: qui il plotone esploratori del 135° fanteria della Brigata Campania aveva da pochi giorni rinforzato i reticolati con nuove matasse di spesso filo metallico a sezione quadrangolare, che le pinze tranciafili normali degli Schützen non riuscivano a tagliare.

I plotoni dei Fwoos che il 25 giugno andarono all’attacco della posizione rimasero così inchiodati allo scoperto dinnanzi ai gabbioni di filo spinato e vennero massacrati dalle pistole mitragliatrici che i 90 esploratori della Campania avevano appostato dietro pesanti scudature. Cadde anche l’ufficiale che dirigeva l’attacco, il capitano Kavcik. Gli italiani ebbero tre feriti. Le perdite degli Schützen ammontarono a 4 ufficiali e 73 soldati, di cui una quarantina erano i morti. Il reggimento, da una forza iniziale di 1200 uomini nel luglio 1915, dopo un anno di guerra era ridotto, il 26 giugno 1916, a soli 182 fucilieri, non solo per le perdite ma anche per il passaggio dei giovani all’esercito regolare per l’età, oltre che per altre ragioni.

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