Carlo Belli, un mondo «pluriverso»

di Fabrizio Franchi

Carlo Belli continua a restare un pilastro nella storia culturale italiana - e ovviamente roveretana - ma a lungo è stato come una pietra d’inciampo. Nato a Rovereto, uomo però europeo a tutto tondo, è stato parte attiva del dibattito culturale per decenni.

Per rendergli omaggio la città della Quercia da giovedì 11 ottobre a sabato 13 ottobre ospiterà una manifestazione, organizzata dall’Associazione culturale Piazza del Mondo, dal titolo significativo: Mondi pluriversi. Musica e cultura in Carlo Belli, roveretano in Magna Grecia.

L’iniziativa vuole celebrare la mente rinascimentale del grande intellettuale roveretano del ‘900, la sua attività in riferimento a varie arti di cui è stato partecipe protagonista: dalla musica all’architettura, dalle arti visive all’archeologia, ma soprattutto vuole sondare la sua eredità culturale. A rendere possibile l’evento, che sarà di studio, ma anche di ricordo con importanti concerti, sono stati il Mart e il Comune di Rovereto, il Museo Civico di Rovereto, l’Associazione Filarmonica di Rovereto e l’Associazione culturale MotoContrario.

Tra i relatori troviamo Sergio Poggianella, Ugo Morelli, Cosimo Colazzo, Giuliana Adamo, Eleonora Zen, Nicoletta Boschiero e poi archeologi, architetti, mucisisti, numismatici, critici letterari, archivisti, direttori di musei che si alterneranno in un dialogo a più voci per restituire la complessità e l’attualità dell’universo belliano.

Belli, nato roveretano, ma espatriato con la famiglia prima della Grande Guerra, tornò in una Rovereto italiana e fu permeato dalla cultura di quegli anni, dal Futurismo di Fortunato Depero, aderendo poi al partito fascista, da cui si staccherà praticamente subito per poi aderirvi nuovamente in un’Italia in cui il consenso al regime trovava il suo apice. Ma ebbe il merito, - soprattutto culturale - conoscendo l’Europa, di avere un atteggiamento critico nei confronti del Futurismo per staccarsi e diventare di fatto il teorico dell’astrattismo. Due libri suoi rappresentano bene questo passaggio e questo successivo approdo, ossia L’Angelo in borghese, prima e soprattutto poi Kn. Testi che furono ristampati meritoriamente qualche anno fa dalla casa editrice Pancheri e che permisero una nuova diffusione e conoscenza del pensiero belliano.

Critico d’arte, giornalista, promotore culturale, alla fine degli anni ‘20 approdò a Brescia come giornalista, dove ebbe rapporti con l’allora segretario nazionale del Partito fascista, Augusto Turati, di cui ammirò probabilmente la forza moralizzatrice, ma vide anche la sua caduta in disgrazia sotto i colpi di Farinacci e Starace, modeste figure politiche, ma grandi complottisti che spinsero il Duce ad abbandonare Turati, giornalista anch’egli che si dimise e tornò alla sua professione, lasciando poi definitivamente anche il fascismo già nel ‘33.

Belli preferì per parte sua dedicarsi all’arte e alla pittura e con «Kn» nel 1935 scrisse un grande manifesto teorico, ammirato e promosso pubblicamente da Vasilij Kandinskij. Parole anche provocatorie nel suo saggio come la famosa frase «"Finalmente un quadro che non dice nulla", esclamai con un sospiro di sollievo». Un saggio che però non poteva che inimicargli i teorici del fascismo e del mondo nazista che vedevano nell’astrattismo arte degenerata. Ma Belli non poteva non dare fiato alle sue idee culturali, del resto faceva parte di una famiglia fondamentale per la cultura del tempo, cugino di Fausto Melotti e imparentato con l’architetto Gino Pollini. Nel dopoguerra i suoi interessi si spostarono sull’archeologia, in particolare in Puglia e in Sicilia. Oggi la sua rivalutazione è ormai diventata inevitabile sotto tutti i punti di vista.

Le tre giornate di Rovereto prevedono anche due concerti serali, giovedì alle 20.45, alla Sala Filarmonica di Rovereto con sax e pianoforte, con Emanuele Dalmaso (sassofono) e Cosimo Colazzo (pianoforte), con musiche dello stesso Carlo Belli, Alfredo Casella, Igor Stavinskij, Alexandre Tcherepnine, Ervin Schulhoff, Darius Milhaud. Il secondo, sabato 13 ottobre 2018 alle 17.30, alla Biblioteca Civica di Rovereto, Palazzo dell’Annona, con voce e pianoforte, con Roberto Abbondanza (baritono) e Cosimo Colazzo (pianoforte), musiche di Francis Poulenc, Maurice Ravel, Goffredo Petrassi, Cosimo Colazzo.
Maggiori informazioni su piazzadelmondo.it.

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