Il film del trentino Pallaoro in lizza ai premi Cesar

Il regista trentino Andrea Pallaoro è candidato ai premi Cesar nella categoria «miglior film straniero» con il suo «Hannah», già presentato in anteprima al Festival di Venezia.

È un dettaglio delle candidature ai premi, che sono state annunciate ieri: «L’affido (Jusqùà la Garde)» di Xavier Legrand (già Leone d’Argento a Venezia 74) e il fortunatissimo «Sette uomini a mollo (Le Grand Bain)» di Gilles Lellouche, ciascuno con 10 nomination, dominano le candidature ai Cesar, gli oscar del cinema francese annunciate il 23 gennaio.

Come detto, «Hannah» di Andrea Pallaoro (già premiato a Venezia con la Coppa Volpi a Charlotte Rampling) è candidato per il miglior film straniero. A Robert Redford, che si è appena ritirato dal cinema, andrà il Cesar alla carriera.

La cerimonia si terrà il 22 febbraio a Parigi. Spiccano poi con 9 candidature «I fratelli Sisters», il western di Jacques Audiard con Joaquin Phoenix, John C. Reilly e Jake Gyllenhaal ed «En libertè!», la commedia drammatica di Pierre Salvadori.

«Le douleur» di Emmanuel Finkiel, attualmente in sala in Italia, ispirata all’omonimo romanzo di Marguerite Duras interpretata da Melanie Thierry ha avuto 8 candidature nelle principali categorie.

«Hannah» se la dovrà vedere con «Tre manifesti a Ebbing, Missouri», «Capharnaum», «Girl», «Our Struggles», «Cold War» e «Un affare di famiglia», è una coproduzione italo-franco-belga con Rai Cinema, distribuito da I Wonder Pictures. È la storia di una donna la cui routine va in pezzi all’indomani dell’arresto del marito. Perchè è stato incarcerato? Perchè la donna si nasconde dai vicini? Perchè suo figlio non vuole avere niente a che fare con lei e le impedisce di vedere il nipote? Gli indizi per rispondere a questi dilemmi sono lì, nascosti nei silenzi e disseminati tra le pieghe di un dolore inespresso, ma le risposte sono in realtà del tutto marginali.

Al centro di ogni scena c’è Hannah: il suo mondo interiore esplorato senza giudizi morali, un crollo che traspare con inquietante compostezza dai gesti, dagli sguardi, dai brevi momenti di cedimento.

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