Robert De Niro, docufilm in memoria del padre

Non è facile vedere Robert De Niro, uno degli attori più riservati e schivi di Hollywood, commuoversi, al di fuori di un ruolo, davanti a una cinepresa. Per questo l'immagine acquista ancora più forza, quando tra le lacrime, parla del bisogno di trasmettere ai propri figli la memoria del padre, pittore scultore e poeta, morto nel 1993, in "Remembering the artist, Robert De Niro, Sr.", il documentario di Perri Peltz e Geeta Gandbhir, presentato in anteprima europea al Maxxi di Roma (evento organizzato con Fondazione Cinema per Roma) e in onda il 28 dicembre in prima serata su Sky Arte HD.

In conferenza stampa, l'attore, protagonista anche di un incontro con il pubblico moderato da Mario Sesti, ha confermato che, dopo Il lato positivo (2012) tornerà ad essere diretto da David O. Russell e a recitare con Jennifer Lawrence e Bradley Cooper, in "Joy". [[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"132666","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]

"Stiamo preparando qualcosa insieme. Reciterò la parte di un padre", dice.

Stando alle notizie uscite, la sua parte dovrebbe essere quella del papà di Joy Mangano (interpretata da Jennifer Lawrence), madre single che ha inventato il 'Miracle mop', un innovativo pulisci pavimenti venduto in tutto il mondo. Nel documentario sul genitore, De Niro condivide ricordi e legge alcuni brani dei diari del pittore, nei quali Robert Senior parla del proprio insuccesso e dei sensi di colpa nel vivere la propria omosessualità. "Sono brani che i due registi hanno scelto per me, io quei diari non li ho mai letti interamente - confida -. Non penso sia ancora arrivato il momento, forse lo faranno i miei figli prima di me". L'attore ha voluto questo documentario "perché da figlio sento un debito nei confronti di mio padre. Si può essere artisti bravi, anche fantastici come lo era lui, ma questo non ti porta necessariamente il giusto riconoscimento. Papà in parte lo ha ottenuto, ma non quanto meritasse".

Robert De Niro Senior, classe 1922, pittore figurativo, esponente della Scuola di New York, come, fra gli altri, Jackson Pollock, Mark Rothko e Willem de Kooning, dopo un breve successo iniziale, fu eclissato prima dai colleghi che avevano seguito la strada dell'espressionismo astratto e poi dalla pop art. Difficoltà professionali che si sommavano a quelle personali. "Lui non mi ha mai parlato della sua omosessualità. L'ho capito io da adulto, anche grazie a qualche accenno di mia madre (la pittrice e poetessa Virginia Admiral, che separatasi dal marito, un paio d'anni dalla nascita di Robert Jr, abbandonò l'arte per mantenere la famiglia, ndr) - dice De Niro -. Era una cosa che mio padre viveva in maniera molto conflittuale".

Tra gli aneddoti che l'attore racconta, anche il suo viaggio a Parigi a 22 anni, per accompagnare il genitore nelle gallerie d'arte della Ville Lumiere, portando le sue tele sotto il braccio, alla vana ricerca di qualcuno che le esponesse. Suo padre come ha vissuto il suo successo come attore? "C'erano sentimenti complessi, ma so che era molto orgoglioso di me - sottolinea -. Crescere in un ambiente artistico sicuramente mi ha influenzato. Non credo i miei genitori sarebbero stati felici se fossi diventato un assicuratore. Non mi hanno mai ostacolato quando gli ho detto di voler diventare attore, non mi hanno mai chiesto di cercarmi un'occupazione più concreta, ma di fare qualcosa per cui avessi una vera passione. È la stessa cosa che dico sempre ai miei figli (ne ha sei da tre donne diverse, ndr)". In cosa assomiglia a De Niro Senior? "Difficile da dire, lui era un genitore molto affettuoso, e lo sono anch'io".

L'attore ha il rimpianto di non aver insistito di più per convincere il padre a curarsi quando gli fu diagnosticato il cancro alla prostata per cui è morto nel giorno del suo 71/o compleanno: "Era terrorizzato dopo aver parlato col dottore. Con il senno di poi penso che avrei dovuto prenderlo di peso e portarlo dai medici per le terapie. Forse se l'avessi fatto sarebbe ancora con noi oggi".

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