Andrea Motis, la stella del jazz catalano, illumina oggi I Suoni delle Dolomiti

di Fabio De Santi

L'impostazione della sua voce è stata accostata a quelle di vocalist straordinarie quali Billie Holiday e Norah Jones ma anche di Amy Winehouse, cui rende sempre omaggio nel suoi live, mentre il suo modo di suonare la tromba ha stregato gli appassionati di jazz ma non solo. Lei è Andrea Motis , la musicista spagnola che sarà in concerto con il suo Quintetto oggi, lunedì 20, alle 12, nello spazio verde di Pian della Nana nel Gruppo del Brenta, nelle vicinanze di Malga Tassulla , per i Suoni delle Dolomiti. Quello di Andrea Motis, nata e cresciuta a Barcelllona, è uno dei nomi emergenti nella scena jazz internazionale grazie alle sue qualità di compositrice, cantante e trombettista. L'abbiamo intervistata.

Per lei si tratta della prima volta ai Suoni delle Dolomiti. Che effetto le fa?

Sono davvero emozionata di poter suonare sulle Dolomiti con la mia band. Ho sentito parlare di questi luoghi e sono sicura che sarà un concerto spettacolare con tante persone e in uno spazio magico.

Che live ha preparato con il suo quintetto per questa occasione?

Quest'estate stiamo ancora girando l'Europa con il live legato al cd "Emotional Dance" pubblicato un anno fa, ma in questo concerto ci saranno alcune novità tratte dal prossimo cd che pubblicheremo a febbraio 2019 dedicato alla musica brasiliana.

Cosa raccoglie dal punto di vista sonoro Emotional Dance?

Penso che sia un album che riflette la mia carriera musicale fino ad oggi e, allo stesso tempo, il fatto di registrare con l'etichetta discografica «Impulse!» è stato un grande passo avanti per la mia crescita. Questo album mi ha anche dato la possibilità di presentare le mie canzoni per la prima volta.

Quanto c'è della sua terra, la Catalogna, nella sua musica?

La musica popolare catalana è molto diversa da quella che suono. La mia musica riflette quella che ho sentito in tutta la mia vita e in particolare il jazz. Nonostante ciò nell'album «Emotional Dance» ho realizzato per la prima volta una reinterpretazione di una popolare canzone catalana, «La Gavina», traducendo la sua melodia in toni jazz. Nel disco ci sono anche due composizioni in lingua catalana: «Matilda» e «Louisiana o els campi de Coto» e penso che anche nel mio prossimo lavoro dedicato al Brasile ci saranno alcune nuove canzoni in catalano.

Quali sono le voci che l'hanno influenzata?

La cantante che amo di più e mi ha sempre affascinato è Sarah Vaughan. Alcuni anni fa ho scoperto il francese Cécil Mc Lorin Salvant e mi sono innamorato del suo canto, lui mi ricorda un cantante dell'età del jazz adattato ai nostri tempi. Poi ho anche imparato molto da due voci uniche come quelle di Billie Holiday e Ella Fitzgerald.

Ho letto che nei suoi concerti rende spesso omaggio a Amy Winehouse.

In questo momento non so se suoneremo alcune canzoni di Amy Winehouse sulle Dolomiti perché abbiamo sempre deciso il repertorio prima dello spettacolo. In questo tour, come dicevo, stiamo suonando un repertorio basato su «Emotional Dance» ma se qualcuno dal pubblico ci chiedesse espressamente una canzone di Amy Winehouse non avremmo problemi a suonarlo. Amiamo tutti Amy e ci manca molto.

Tornando alla Catalogna cosa pensa delle spinte indipendentiste della sua terra?

L'indipendenza della Catalogna è una vecchia rivendicazione che negli ultimi tempi ha assunto una dimensione politica molto forte. Penso che questa questione dovrebbe essere risolta in modo pacifico, tenendo conto della grande diversità culturale che esiste in Spagna e in Europa in generale.

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