I segreti delle previsioni al Festivalmeteorologia

Quanto sono affidabili oggi le previsioni del tempo? Di chi ci si può fidare? Come si diventa meteorologo? Sono tra gli interrogativi che emergono quando si va al di là della rapida consultazione quotidiana delle previsioni e si guarda al meteo come scienza. È quello che proverà a fare, per la prima volta in Italia, in un evento aperto al pubblico, il Festivalmeteorologia, che si terrà il 16 e 17 ottobre a Rovereto, in Trentino.

Oggi è stato presentato il programma, che prevede conferenze, approfondimenti e dibattiti con alcuni tra i principali protagonisti della ricerca in campo meteorologico. A illustrarlo in conferenza stampa è stato il responsabile scientifico del Festival, Dino Zardi, alla presenza del rettore dell’Università di Trento, Paolo Collini, e del sindaco di Rovereto, Francesco Valduga.

Un Festival ideato dall’Università di Trento e in particolare dal gruppo di ricerca di Fisica dell’atmosfera (Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica) e realizzato grazie al sostegno del Comune di Rovereto. Collaborano alla realizzazione del progetto anche il Museo Civico di Rovereto, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea (Mart) e Meteotrentino, nonché realtà nazionali come il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Consorzio Interuniversitario Cinfai e l’Associazione Geofisica Italiana. Hanno già dato l’adesione, tra gli altri, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’Agenzia Spaziale Italiana, il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), il Dipartimento della Protezione Civile, (Presidenza del Consiglio dei Ministri), il Centro Epson Meteo, l’Ente Nazionale di Assistenza al Volo (Enav), il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Fisica delle Atmosfere e delle Idrosfere, l’American Meteorological Society. In questo senso il Festival avrà anche il merito di riunire attorno al tavolo i tanti attori impegnati nello studio della meteorologia e di «riportare in Italia», almeno per un confronto, due autorevoli ricercatori trentini che da anni lavorano all’estero: il professor Claudio Mazzoleni della Michigan Technological University e il dottor Alessio Bozzo, dell’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (Ecmwf). Ma anche qualche volto noto al grande pubblico: a chiudere la seconda giornata di lavori ci sarà infatti il meteorologo Paolo Sottocorona che interverrà su come «Comunicare le previsioni meteorologiche a un pubblico televisivo».

«Con il Festivalmeteorologia - spiega il responsabile scientifico Dino Zardi dell’Università di Trento - vogliamo proporre un contributo alla diffusione e al consolidamento di una cultura meteorologica di base, attualmente carente in Italia, ma sempre più necessaria per poter comprendere e interpretare la mole di informazioni meteorologiche quotidianamente diffusa dai vari mezzi di comunicazione». E a proposito di corsi universitari Trento si sta organizzando per averlo entro 24 mesi, in collaborazione con Innsbruck.

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