Salviamo questo nostro mondo

«I documenti ufficiali di papi e vescovi, fino a questa enciclica di papa Francesco , si erano riferiti poche volte e frammentariamente alla questione ecologica. E, soprattutto, non avevano mai fatto riferimento al modello economico che invece Francesco indica come ragione del "disastro" cui stiamo correndo incontro». Le parole sono di padre Antonio Lopes che oggi, col teologo Marcello Farina e Alberto Conci , alla Sala Polifunzionale di Cognola, ore 20.30, prenderà parte all'incontro intitolato «Laudato si', sulla cura della casa comune. Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?» , organizzato da varie associazioni tra cui Tremembè, Acli e Rete Radie Resch. Lopes è coordinatore pastorale diocesano e coordinatore missionario regionale in Cearà (Brasile). È a Trento per la sua collaborazione ormai decennale con l'Associazione Tremembé (turismo responsabile e sostenibile). La presentazione dell'Enciclica di Papa Francesco lo ha colto mentre era in viaggio, diretto in Vaticano, per seguire un corso per coordinatori missionari. 
Ancora un passo «rivoluzionario» di questo Papa.
«L'ultimo abbordaggio, ma non centrale, sulla questione ecologica fu in "Pacem in Terris" di papa Giovanni. Nessun riferimento diretto da Paolo VI e anche da Giovanni Paolo e Benedetto XVI praticamente niente. Sto leggendo l'encliclica "Laudato si'". Penso che una delle sue radici si trovi già nella precedente enciclica quando Francesco ha scritto che la mediazione della scienza è fondamentale, che nemmeno un Papa, quindi, domina tutto lo scibile. Per conoscere il funzionamento del mondo è necessaria anche altra ferramenta. Io credo che alcuni contenuti di questa nuova enciclica siano venuti anche dai contatti del pontefice con le conferenze episcopali di molti Paesi del mondo, dal Paraguay al Canada, al Brasile. Mi pare di poter dire che importanti possono essere stati i contatti con don Erwin Kräutler , vescovo brasiliano di origine austriaca nello Xingu, che da decenni affronta quotidianamente i temi della deforestazione, dell'occupazione delle terre degli indios. Un vescovo a suo modo leggendario, minacciato di morte e sotto scorta di polizia da sei anni. Da 47 anni vive nell'epicentro della guerra ogni giorno meno silenziosa e invisibile che si sta combattendo in Amazzonia. Don Erwin Kräutler incarna un capitolo della storia del Brasile.
Io suppongo che la sua voce abbia avuto una qualche importanza data la complessità del tema della deforestazione in Amazzonia e della sua rilevanza per l'intero Pianeta».
Ma non è certo la sola novità.
«Nell'enciclica il Papa usa uno schema tradizionale: annotare i dati reali, dare un parere politico e poi suggerire un cambio. Che però non è solo teologico, è anche politico: per una presa di coscienza dei cittadini circa il devastante problema ecologico del Pianeta. Rivolgendo un invito ai credenti per una conversione, un cammino nuovo verso una spiritualità ecologica. Anche in mezzo ad una crisi profonda e di sistema è possibile rivedere le relazioni dell'uomo con la natura. Il papa cita san Francesco e tutta l'enciclica è un riferimento a sorella Terra, sorella Natura: una ecologia che non fa perno sull'uomo ma su tutti gli esseri viventi, le creature».
Problema drammatico che però il Papa affronta con parole dure ma di speranza.
«A tutte le conferenze a cui ho partecipato il tema del clima è sempre affrontato con parole tragiche, catastrofiche. Anche Francesco sottolinea la gravità della situazione, ma affronta il tutto dal lato della speranza, affronta il problema con una certa levità».
C'è anche qualcosa di più, di più nuovo e assolutamente nuovo in questa enciclica di papa Francesco. Pur non citandolo mai, il pontefice si riferisce al sistema capitalistico quale massimo responsabile della situazione in cui ci troviamo. 
«I documenti precedenti di papi e vescovi non avevano mai messo in discussione il modello economico che sta alla base della nostra società, ormai globalizzata. Invece papa Francesco lo indica come ragione, causa del disastro ecologico in atto. La natura è manomessa, usata, sfruttata proprio in funzione del sistema economico». 
«Laudato si'» va anche al di là di questi contenuti. Affronta la relazione tra la povertà e la fragilità del pianeta, invita a sperimentare altri modi di intendere l'economia, denuncia la cultura dello spreco e dello scarto, segnala come una fonte di grave inquinamento i troppi rifiuti della nostra società, indica precise responsabilità di politica internazionale nel processo di degrado del pianeta.

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