Correre con la testa… non solo con le gambe

Correre con la testa… non solo con le gambe

di Michele de Matthaeis

Affermazioni come «il muro del trentesimo chilometro», «non ha sopportato lo stress della gara», «oggi le gambe non giravano» sono solo alcune delle spiegazioni ad una performance non soddisfacente a cui possono seguire sentimenti di insoddisfazione, delusione e bassa motivazione.

È in questi momenti che gioca un ruolo decisivo la preparazione mentale. Se viene seguito un piano di allenamento mentale adeguato, nella competizione è favorita la mobilitazione efficace delle risorse tecniche, fisiche e tattiche che il runner ha sviluppato in tanti mesi di duro allenamento con tanta fatica.

Per questo motivo negli ultimi decenni si è sviluppata una maggiore sensibilità riguardo all’aspetto mentale nelle competizioni, creando un nuovo concetto di allenamento funzionale in cui preparazione fisica, tecnica e tattica si integrano con quella mentale con l’obiettivo di focalizzare l’atleta sull’espressione della propria massima prestazione e considerare il risultato una semplice conseguenza di questo processo.

Come esistono delle abilità fisiche da allenare, così esistono delle abilità mentali che possono essere esercitate e potenziate.

La classificazione di Weiner & Gould (1995) individua 6 abilità mentali principali: il controllo dell’attenzione, la gestione delle emozioni, il controllo delle immagini (visualizzazione), la modulazione dell’attivazione, il controllo del pensiero (self-talk) e la formulazione degli obiettivi (goal setting).

La formulazione degli obiettivi (goal setting) è una fase importante da cui inizia il programma di allenamento mentale. Per prima cosa bisogna individuare un obiettivo Specifico, Misurabile, Ambizioso, Realistico da raggiungere in un determinato Tempo (S.M.A.R.T.). Per esempio nella preparazione di una mezza maratona se un’atleta ha un tempo di 1h 30min, potrebbe porsi come obiettivo alla Mezza Maratona di Padova tra 3 mesi di scendere a 1h 25min.

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In seguito è possibile individuare tutti i possibili problemi e ostacoli che si possono incontrare in gara, analizzarli, capirli e identificare le strategie che permettano di superare gli ostacoli e sfruttare i punti di forza.

Quindi è importante costruire una tabella con: punti di forza (per esempio quali sono le risorse fisiche, tecniche, tattiche e mentali del runner oppure della competizione specifica in cui si andrà a gareggiare) e aree di miglioramento (per esempio gli elementi che possono ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo e individualizzabili in caratteristiche interne all’atleta come la capacità di resistere dopo il trentesimo chilometro o esterne all’atleta come il meteo, la pendenza del circuito etc).

Per avere degli esempi sulla costruzione di una tabella di allenamento mentale personale segui il prossimo articolo sullo sport oppure vieni al ciclo di incontri gratuito organizzato a Trento mercoledì 5 e 12 ottobre 2016.

Per maggiori informazioni:

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