Trekking e dintorni Impariamo la montagna

Alla scoperta delle nostre rocce

di Alessandro Beber

In questi nostri ultimi appuntamenti del venerdì, vorremmo proporvi delle «chiavi di lettura» da utilizzare come pretesto per esplorare le montagne del Trentino.

In un territorio tutto sommato limitato, la mole di spunti d'interesse è tale da risultare imbarazzante, tanto che a volte si può rimanerne disorientati... può sembrare esagerato, ma non lo è. Me ne sono reso conto negli anni, soprattutto accompagnando le scolaresche in escursione, dove se non si limita il campo scegliendo una tematica di approfondimento, si rischia di risultare dispersivi e poco efficaci (o di fare notte).

Perché davvero, quasi tutte le materie potrebbero essere trattate all'aperto anziché in aula: da un qualsiasi punto panoramico, e non parlo di cime mirabolanti, è facile parlare di storia, scienze naturali, fisica, urbanistica, economia... tra l'altro con un immediato riscontro nella realtà, il che aiuta parecchio a fissare i concetti.

Così, mentre rimaniamo in attesa di una futuristica (o antica?) scuola all'aperto, proponiamo almeno ai grandi qualche filone d'interesse per indirizzare le proprie gite, e partiamo dalla geologia, che è letteralmente alla base di tutto.

Sparsi sui 6200 km² della provincia di Trento, troviamo ogni tipo di roccia: vulcaniche intrusive ed effusive, sedimentarie e metamorfiche... che tradotte si chiamano granito, porfido, calcare, dolomia, scisto, gneiss, e via dicendo. Saperle riconoscere e catalogare in maniera didascalica può sembrare un passatempo fine a se stesso, ma la materia diventa intrigante nel momento in cui realizziamo che la composizione delle rocce influenza quasi tutto il resto, dalla forma delle vallate agli insediamenti umani, alla flora che si differenzia in base alla composizione del suolo.Vi siete mai chiesti come mai in tutto l'Adamello si trovano un sacco di laghetti e ruscelli, mentre se passeggiate in Brenta, che pure è lì vicino, di specchi d'acqua nemmeno l'ombra? Colpa della geologia, o meglio del diverso grado di permeabilità delle rocce, che permette all'acqua di fermarsi negli impluvi in superficie o di infiltrarsi sottoterra.

E perché certe piante, basti pensare ai pini mughi, le ritrovate in alcune zone e non in altre? Colpa della geologia. E perché in alcuni paesi di montagna venivano usate lastre di pietra per coprire i tetti, mentre in altri le scandole in legno? Colpa della geologia. 

Potremmo continuare a lungo, ma non è questa la sede e nemmeno il nostro obbiettivo. Quello che vorremmo suggerirvi è un percorso che vi porti ai quattro angoli del Trentino, alla scoperta dei diversi ambienti naturali determinati dal substrato roccioso. Se non sapete da dove partire potreste applicare il diritto d'anzianità, dando la precedenza alle rocce più antiche, come le filladi che ritroviamo in Val dei Mocheni, o i paragneiss in Val di Sole versante settentrionale.

Magari poi non stonerebbe una visita ai porfidi nella Catena del Lagorai, seguita a ruota da un'incursione nel regno del granito, in Adamello o nel gruppo di Cima d'Asta. Se volete provare l'ebbrezza di camminare su un fondale marino, ripensando al Trentino sommerso dalle acque, l'altopiano della Paganella o quello di Folgaria e Lavarone potrebbero fare al caso vostro, mentre se ambite ad un romantico giro in gondola in un'immaginaria laguna, le Dolomiti vi strizzano l'occhio.

Molti geologi leggendo questo articolo avranno un mancamento, perché le cose sono un po' più complesse e articolate di come ve le ho esposte in poche righe, ma spero converranno con me nel principio di fondo, ovvero che tra la nostra Regione è uno straordinario museo geologico a cielo aperto, e che il miglior modo di visitarlo è camminarci in lungo e in largo con sguardo attento e curioso.


Consigli utili: tra i siti più interessanti per approfondire gli aspetti geologici in Alto Adige c'è sicuramente il Geoparc Bletterbach, un sito protetto dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità, e c'è nel Trentino la piccola ma interessante Casa del Parco di Carisolo, che rientra nella rete dei Geopark europei.

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