Alla ricerca del senso della vita

Alla ricerca del senso della vita

di Giancarlo Bregantini

Sperare è un po’ come riattraversare le notti più buie. Ma con più fiducia. Intravedendo sempre un barlume, vincendo con l’ancora il seducente «ormai» che si fa scusa comoda e facile. La vita si alterna, infatti, a momenti di certezze e a momenti di paure. Quelle paure che senza bussare invadono la tua casa e la rendono grigia. Come il freddo. Come la nebbia. Come il cuore che non crede più e che sospira pensando che tutto possa finire, perdersi, svanire.

L’icona dei Magi è attuale perché parla invece di uomini in viaggio, di uomini in ricerca, che coltivano dentro una sete profonda di realtà nuove e di significati inediti. Che posano lo sguardo sulle cime dei propri sogni e si avviano ad incontrare faccia a faccia il mistero. Il firmamento è compagno fedele nel loro tragitto. La voce che supera le altre è l’invito ad andare lì dove è stupore. Camminano, sì, ma dietro ad una stella. Cosa rappresenta quella stella accecante in cielo, che riesce a gettare luce sui deserti? Sicuramente la possibilità di scoprire il cuore grande del Dio che ha creato l’universo e si è rivelato nella grotta di Betlemme che i Magi visitano per rendere omaggio ad un Re non posto sul trono della potenza ma nella paglia della fragilità nostra.

Nel nostro tempo c’è un bisogno di rinnovato amore per le mete alte. Quelle che sono brillate nel cuore dei Magi. Abituati ad alzare lo sguardo al cielo. E non solo a ripiegarlo sulle cose della normalità, spesso stanca e ripetitiva. Erano giovani abituati al sogno e non alla noia. Coraggiosi, aperti al domani. Non per galleggiare ma per aprire cose nuove. A creare percorsi e non occupare spazi.

Questi erano i magi. E questi siamo chiamati ad essere così, anche noi, specie in questi giorni di grande ricerca del senso del vivere. Quella stella ne è il segno esterno. Perché è nel cuore di tutti cercare e trovare risposte alle grandi domande grandi, che si fanno ancor più cogenti all’inizio d’anno. Quando cambiamo l’agenda; quando deponiamo, ripassandola, quella dello scorso anno, con quel pizzico di nostalgia, nel rileggere dati e eventi. Quando, al primo tocco di notazione, facciamo fatica a scrivere 2018, abituati come siamo a scrivere ancora la cifra 2017.

Tre i gesti dei Magi: cercare, scrutando il cielo; partire vincendo le paure di Erode e l’indifferenza esterna degli Scribi, che sanno ma non vanno da Gesù, a Betlemme. Ed infine, adorare il vero re, quello che non vince per la potenza o l’inganno o la violenza come Erode, ma con la verità delle cose.

Monito a tanti potenti in questo arco di storia. Che si vantano dei bottoni di potere sul loro tavolo. Pronti alla distruzione e non alla adorazione. Che ridicoli! Specie davanti alla frase finale del brano biblico: avvertiti, non tornano da Erode, ma scelgono un’altra strada. Non la strada del potere ma della verità, delle mete grandi, delle scelte autentiche. Quella che auguro a me e a tutti voi: mai accontentarsi, ma sempre lottare per un mondo migliore.

Allora sarà un anno prezioso, vero, autentico, non ripetitivo. Auguri sinceri, per tutti!

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