Mireille e la minaccia dell'antisemitismo

Mireille e la minaccia dell'antisemitismo

di Renzo Moser

Mireille Knoll. È un nome, questo, che non possiamo, non dobbiamo, dimenticare.

Mireille aveva solo 10 anni quando scampò al più feroce rastrellamento di ebrei compuito nella Francia occupata dai nazisti, il tristemente noto «Rafle du Vel’ d’Hiv», quando, tra il 16 e il 17 luglio del 1942, la stessa polizia francese rinchiuse nel Velodromo d’inverno oltre 13mila ebrei, successivamente deportati ad Auschwitz.

Mireille è sopravvissuta alla Shoah, ma non è sopravvissuto all’ondata di odio antisemita che percorre l’Europa. A 85 anni è stata ammazzata a coltellate nella sua casa a Parigi. Poi il suo corpo è stato bruciato.

Non è il primo caso, in Francia, dove vive la comunità ebraica più numerosa d’Europa, e c’è da temere che non sarà l’ultimo.

Da tempo molti ebrei non considerano più la Francia un paese per loro sicuro. Ed è innegabile che le radici dell’antisemitismo, in Europa, siano ancora oggi vitali. I fatti di cronaca, anche politica, lo dimostrano.

Ma non serve andare oltre confine, in realtà, per individuare i germi dell’antisemitismo, che hanno attecchito anche in Italia, semmai fossero stati un tempo debellati, cosa della quale dubito fortemente.

Il ritorno di un antisemitismo non è un rischio, in Europa, è ormai una realtà, di fronte alla quale non possiamo nasconderci. Troppe volte, in passato, si è fatto finta di non vedere.

Per secoli gli ebrei sono stati considerati i colpevoli di ogni male. Non diamo per scontato che oggi non sia più così.

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