Delrio e la schizofrenia sulla Valdastico

Delrio e la schizofrenia sulla Valdastico

di Renzo Moser

Giunto a Trento per mettere a fuoco il voluminoso dossier delle infrastrutture viabilistiche interne e trasfrontaliere, il ministro Delrio si è lanciato in un’appassionata arringa in difesa del trasporto merci su rotaia e dunque del progetto del tunnel del Brennero.

Non solo: dal «mega» progetto si è spostato sui «mini» (al confronto) progetti territoriali come l’elettrificazione della ferrovia della Valsugana e il treno delle Dolomiti.

Poi si è avventurato perfino nei pressi di un progetto «micro» (sempre al confronto con il Bbt), come quello della ciclabile del Garda.

Il tutto senza dimenticare l’emergenza smog che nei giorni scorsi ha messo in ginocchio molti capoluoghi italiani, esaltando la mobilità sostenibile e sottolineando l’impegno del governo, attraverso la finanziaria, nel colpire i vettori di trasporto più inquinanti.

Fantastico. E chi se lo aspettava? Che sia un primo regalo del 2016? Vuoi vedere che l’Italia ha finalmente una politica dei trasporti chiara, organica e coerente?

Noooooo! No, perché poi qualche impertinente solleva un tema che il rigido protocollo del vertice governo-Pat sembrava aver se non ignorato del tutto, per lo meno relegato dietro, molto dietro le quinte (nel documentatissimo comunicato della Provincia, tanto per essere chiari, non ve n’è traccia...). È Il tema della Valdastico, ovviamente.

Delrio sceglie un linguaggio molto diplomatico, parla di «diversità di vedute», ma poi butta lì una frasetta che pesa come un macigno: «La cosa importante è non venir meno agli impegni assunti con l’Unione europea e a livello istituzionale».

Vabbè, ma importante per chi? Per gli attuali o futuri azionisti della Serenissima? O per i cittadini trentini che si ritroveranno una nuova autostrada sotto casa? E di quali impegni con l’Ue parla? Di quelli che una spa si è assunta in cambio della proroga della concessione? Di quelli che si è assunto a suo tempo il governo Berlusconi con un provvedimento stroncato dallo stesso Parlamento? Perché se è di questo, che si parla, chi se li è presi, quegli impegni, in maniera peraltro discutibile e avventurosa, ne risponderà. Ma non tocca al Trentino pagarne il conto.

E ancora: dove sta il nesso tra una scelta «strategica» per la mobilità sostenibile, per le ciclabili, per le ferrovie regionali, per il trasporto su rotaia, con la costruzione di una nuova autostrada?

Provi a spiegarcelo, il ministro Delrio, perché noi non lo abbiamo capito.

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