L'Italia come il Palio di Siena? Magari

di Paolo Micheletto

Com’è l’Italia secondo l’Eurispes? Un Paese bloccato dall’invidia e dalla «sindrome del Palio». Ha trovato questa metafora, il presidente dell’istituto Gian Maria Fara, per spiegare il vizio che tiene frenato il nostro Paese impedendogli di trasformare la sua potenza in energia.
«L’Italia - spiega Fara nelle sue considerazioni generali - è rallentata da una diffusa e radicata sindrome del Palio di Siena, la cui regola principale è quella di impedire all’avversario di vincere, prima ancora di impegnarsi a vincere in prima persona». Odiamo e denigriamo il nostro vicino più bravo e, invece di impegnarci per raggiungere risultati migliori e superarlo in creatività, efficienza e capacità, spendiamo le nostre migliori energie per combatterlo, per mortificarne i successi, per ostacolarne o addirittura bloccarne il cammino. Insomma un vero e proprio «spreco di potenza», una «filosofia del contro invece che del per».

Fuori di metafora, si attendono le reazioni dei senesi. Che potrebbero passare dall’alzata di scudi alla più probabile alzata di spalle: «Che dice questo?». Già, perché all’ombra della Torre del Mangia e tra i superbi vicoli delle contrade ci sono tante meraviglie e qualità, ma tra queste manca l’autocritica. Di sicuro avranno preso le parole di Gian Maria Fara come un complimento, forse con un po’ di stizza perché un «forestiero» ha deciso di parlare del Palio. Lo stesso atteggiamento che hanno riservato alla regina d’Inghilterra, che aveva invitato alcuni rappresentanti delle contrade alle cerimonie per i suoi 90 anni: «Cara Elisabetta, venga lei a Siena».

Ancor più fuor di metafora: Italia come il Palio di Siena? Magari.

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