Bando di concorso per avere un risotto

di Lucio Gardin

Oggi si vota. Chiunque andrà al governo, anzi, ad amministrare (perché si governano le bestie, le persone si amministrano), spero avrà un occhio di riguardo anche per lo snellimento dell’apparato burocratico. Perché il vivere bene, non passa solo attraverso l’economia, ma anche tramite l’educazione civica e il rispetto. Certo non illudiamoci che una riforma così importante in un settore così arrugginito sia un gioco indolore. Non ne esageriamo però, le difficoltà: si tratta di una misura relativamente elementare, che aprirebbe un processo radicale e salutare nella nostra società. Vincere le pressioni negative che già la parte conservatrice della burocrazia e della politica esercita contro ogni idea di cambiamento, sarebbe un buon punto di partenza.

Immaginate che cosa succederebbe se i ristoranti fossero a gestione pubblica?

«Cameriere, posso avere un risotto?» «Ha presentato domanda al bando di concorso?» «No, ma conosco il direttore dell’ufficio concorsi» «Bene allora parlo io col cuoco, si faccia vedere tra un paio di giorni». «Cameriere posso avere delle verdure?» «Prima deve evadere la pratica dei bolli Olio e Limone» «L’ho già fatto, ho anche il timbro della sottosezione insalate e pomodori, lo chieda al dirigente dei camerieri» «Mi spiace ma è in maternità» «Ancora?» «È una maternità a rischio: inizia un anno prima della fecondazione e dura un paio di anni dopo» «Scusi ma se è maschio!» «Non cominciamo con discorsi sessisti per favore!» «Ok, lasci stare. Allora passiamo direttamente al primo. La mia pratica per gli spaghetti alle vongole è stata scolata? Voglio dire, evasa?»

«Quale pratica?» «L’altro giorno ho presentato richiesta su piatto bollato da 20 euro al dirigente del servizio fornelli e pentole. Mi ha detto che il dirigente dei cuochi gli aveva assicurato che il dirigente dei lavapiatti avrebbe detto al dirigente dei camerieri di evadere la pratica per oggi a mezzogiorno» «Non so, può darsi che gli spaghetti stiano alla firma. Nutra fiducia e voti per noi. Intanto mi faccia vedere se la richiesta è completa» «Certo che è completa, ecco qui tutto l’incartamento!» «Dunque vediamo, qui c’è il permesso per il prezzemolo, quello per l’olio, l’aglio, gli spaghetti... però manca l’autorizzazione per le vongole» «Ci dev’essere, guardi bene qui!» «No mi spiace, questa è la delibera del formaggio grattugiato, che tra l’altro non serve perché sul pesce non ci va» «Scusi ma io pensavo che facendo domanda per gli spaghetti alle vongole, le vongole fossero comprese» «No, è una disposizione recente dell’assessore: per il pesce serve la firma del dirigente della sezione risorse idriche, che poi è suo cognato. Senta, è sicuro che non voglia mangiare qualcos’altro?» «Ok mi dia quello che vuole, ecco il mio certificato di Appetito!» «Faccia vedere.. Mi dispiace, i succhi gastrici si presterebbero ma senza il certificato di Digestione noi non ci assumiamo la responsabilità. E ora mi scusi che sono in pausa caffè. Provi a tornare domani dalle 11.50 alle 12.10 che vediamo cosa si può fare».

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