Mamme, neopapà e i pupi in spiaggia

Mamme, neopapà e i pupi in spiaggia

di Lucio Gardin

Mi è capitato, in spiaggia, di trovarmi sdraiato accanto a due giovani coppie, ciascuna con un bambino di circa un anno e mezzo. I due papà si sforzavano di integrarsi nelle conversazioni delle neomamme, dissertazioni che tra i principali argomenti non includevano Ronaldo o il nuovo motore della F1 ma le funzioni fisiologiche dei figli. Sfumature cromatiche e odori compresi. 
Diciamo che il livello della conferenza era da sala d'attesa di pediatria. I neonati si nutrono, fanno popò, si lamentano, dormono e ricominciano da capo. Senza grandi scossoni o impennate di creatività. Un po' come all'isola dei famosi. Ma, nonostante non ci sia molto da dire sulle attività di un poppante, è straordinario come le neomamme riescano a perdersi in descrizioni delle funzioni organiche in maniera così minuziosa da far impallidire un chirurgo di guerra. Dopo un intero pomeriggio ad ascoltarle avrei potuto tenere un master in rigurgiti ed escrementi. I padri, tagliati fuori da questi argomenti, si dedicavano ai bambini nel tentativo di ottenere qualche considerazione. Si rotolavano nella sabbia urlando parole inventate «Ohiohh bla-blaa-lla-eciriciriciri!» (sono quei casi in cui un uomo può essere definito clinicamente compromesso, non c'è più speranza), mentre i piccoli li osservavano chiedendosi come mai quei due tizi parlassero una lingua ancora più incomprensibile del tipo che è appena passato col cocco. 
«Oh, i bambini si stanno divertendo!», rassicurava la moglie ai vicini di ombrellone per giustificare i gesti dei mariti. In realtà, si capiva che i piccoli non vedevano l'ora di imparare a scrivere per mettere insieme quella serie d'incartamenti necessari a compiere l'unica azione che la visione dei loro padri in quello stato gli suggeriva: rivolgersi alla commissione per le adozioni internazionali. 
Mi sono immaginato quelle due mamme il giorno che i loro frugoletti saranno grandi e vaccinati e, ormai assuefatte dagli argomenti fisiologici, sposteranno le loro attenzioni organiche sull'unico infante rimasto a tiro. 
«Ciao Carla, come va?».
«Bene, grazie, mio marito stamattina ha fatto una bella pupù! E il tuo?».
«Il mio ieri ha vomitato, guarda ci ho fatto una foto...».
«Oh ma che belle sfumature! E la pupù? Tuo marito la pupù la fa regolare?».
«Oh sì, regolare come un orologio! E' un orologio a pupù!».
«Bello! Quando scatta l'ora legale ricordati di tirargli il culo in avanti».

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