Per avere successo prima si deve fallire

Per avere successo prima si deve fallire

di Lucio Gardin

Per quale motivo quando cadiamo da bambini ci rialziamo senza problemi e quando invece ci capita di cadere da adulti diventa una tragedia? Parlo di cadute ideologiche, di concetto. Perché da adulti siamo mossi più dalla paura dell’insuccesso che dal piacere del successo. Il nostro primo pensiero è non sbagliare per non fare brutte figure. Il controsenso è che l’unico modo per non sbagliare è avere una grande esperienza, e come si acquisisce l’esperienza? Facendo tanti errori. Come ci insegnano le vite dei grandi personaggi, pensiamo a Van Gogh, Einstein, la Rowling, Walt Disney, Ugo Rossi, Steve Jobs... I fallimenti di queste persone sono stati il loro capitale, i pilastri su cui hanno fondato il loro successo.

Thomas Edison per realizzare la lampadina ha fatto duemila tentativi. Per dare l’idea di quanto siano duemila tentativi, pensate al tempo che Pd e Patt ci hanno impiegato per non scegliere il candidato presidente e dividete per cinque. Durante la conferenza stampa un giornalista chiese a Edison come ci si sentisse ad aver fallito 1.999 volte; la sua risposta fu folgorante.

«Io non ho fallito, ho scoperto 1.999 modi in cui non si fa una lampadina». Lo scrivo per dare uno spunto a Pd e Patt, semmai qualcuno facesse loro notare la situazione, possono sempre rispondere che negli ultimi dieci anni non hanno fallito, hanno scoperto 1.999 modi in cui non si amministra un territorio. Dopotutto, come abbiamo visto, non si arriva al successo senza prima avere attraversato una foresta di fallimenti. Il che, per sillogismo, ci dice che Rossi può dormire sonni tranquilli. L’importante è che stia lontano da WhatsApp. Pensate se Edison fosse vissuto ai giorni nostri. Avrebbe di certo fatto un gruppo WhatsApp «Amici di Tomas l’inventore», e avrebbe postato ogni procedimento per costruire la lampadina. «Ciao a tutti sono Tomas e in questo video tutorial vi mostrerò come si fa una lampadina. Basta prendere questo cavo e collegarlo qui.. mi vedete? No, aspetta bisogna collegarlo qua.. s’è accesa? No scusate, forse ci sono....». Dopo il terzo tentativo avrebbe ricevuto tanti insulti da spingere Zuckerberg a considerare seriamente l’ipotesi di un’icona col pollice in giù.

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