Rovereto ha dichiarato guerra agli alberi

di Lucio Gardin

Viale Trento in Rovereto nacque per volere dell'imperatrice Maria Teresa nella seconda metà del '700 per abbellire la vecchia via imperiale. Inizialmente venne corollata con quattro filari di alberi per ogni lato (la via, non l'imperatrice. Per l'imperatrice se la sono cavata con un arbre magique al collo), e fino a pochi anni fa questo era il biglietto da visita dell'ex Atene del Trentino per chi proveniva da nord. Ora le cose stanno cambiando. A parte il fatto che la nuova viabilità ha modificato l'obsoleto concetto di nord e sud in favore di un più generico «da qualche parte»; c'è in atto una spietata guerra agli alberi. L'intenzione del Comune è abbattere i 47 ippocastani rimasti in viale Trento per far posto a una nuova ciclabile. Chi firma questa ecatombe di ossigeno sostiene che le piante sono ammalate, pericolanti e quindi pericolose per i passanti. A parte il fatto che la più malata delle piante è sempre meno pericolosa del più sano dei ciclisti; in realtà di alberi appartenenti alla categoria D (che stabilisce quelli così malati da dover essere abbattuti) ce n'è meno dello 0,13% del totale. L'altra notte hanno visto il sindaco di Rovereto nascosto dietro un ippocastano a tossire fingendo che siano le piante, e per dimostrare che sono anche pericolose, martedì strappava alcuni rami per tirarli ai passanti. Ma davvero non c'è alternativa allo sterminio di viale Trento? Il neocostituito gruppo di cittadini autodefinitosi «Cobas dell'ossigeno» sostiene che le alternative ci sono eccome, ecco le tre principali. Sostituire gli ippocastani con delle piante carnivore, così si mangiano i ciclisti di passaggio e non serve fare la ciclabile. Sostituire gli ippocastani con piante di Cannabis; così se l'assessore alla mobilità passa da viale Trento e respira profondamente, forse è la volta buona che indovina qualche senso unico (non per fare polemica, ma per restare in tema di piante, quando passo in macchina da Rovereto all'arbre magique gli cadono le foglie). E tre, l'alternativa forse troppo intelligente, sostituire gli ippocastani malati con altri ippocastani, però sani. Perché le piante sono fondamentali per la nostra esistenza, ancora di più oggi che viviamo incollati a onde e radiazioni. Gli alberi sono l'anello di congiunzione tra la terra e l'aria e sono inseriti in una lunga catena della vita. Catena della vita, non del bagno.

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