Che spasso i trentini sotto l'ombrellone

Che spasso i trentini sotto l'ombrellone

di Lucio Gardin

«Da anni l’unico contatto carnale tra me e mio marito capitava quando, a mezzogiorno, lui veniva a darmi il cambio in negozio, e si realizzava fisicamente solo perché il passaggio utile tra il banco di vendita e la porta d’uscita non era sufficientemente largo per evitarlo. Però, devo dire che col passare degli anni quel contatto è diventato sempre più aderente, perché lui nel frattempo aveva messo su la pancia e a me si era allargato il culo».

Questo diceva domenica scorsa una signora di Milano alla vicina di sdraio ai Bagni Michela di Cattolica. L’argomento di discussione era il matrimonio e cosa fare per tenere alta la tensione.

E parlavano di questo anche i due mariti, seduti sulle sdraio con una birra in mano. «Dopo nove anni di negozio, io e mia moglie eravamo entrati in crisi reciproca da astinenza sessuale. Il mio psichiatra, al termine di un’inutile cura a base di ormoni, mi ha consigliato di provare, almeno una volta, ad andare con una prostituta. Allora ho preso la macchina e sono andato in un bordello austriaco. Sono entrato, tutto pimpante e mi sono diretto verso il gruppo di ragazze nude al bancone e, non ci crederà, ma ci ho trovato mia moglie. Anche lei come me, lì per ragioni di salute. Inconveniente dell’incomunicabilità: eravamo in cura, senza saperlo, dallo stesso psichiatra».

Poco distante, nell’ombrellone a fianco, una coppia di trentini discuteva animatamente. Lui, senza togliere lo sguardo dall’Adige, si è rivolto a lei con un «hum». Lei, senza alzare la testa dalle sue Birkestock verdi, ha risposto con «umh».

Lui ha replicato con un altro «uhm» spostando però la acca al centro del discorso, perché il primo «hum» era tipo un avviso di chiamata, come dire «attenzione che devo dirti qualcosa»; poi lentamente è partita la conversazione.

Ventiquattro minuti di appassionante e dotta disputa dialettica dove la acca era spostata un po’ dove capitava (la famosa comunicazione H24 come si dice oggi). Alle lunghe sono finalmente riuscito a capire cosa dicevano: Uhm.

P.S. Che tradotto dal dialetto significa: «At portà la crema?». «No». «Perché?». «Me son desmontegada». «La desmontegada delle caore». «No, della crema».

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