Numeri in rubrica, un vero rompicapo

di Lucio Gardin

Al giorno d’oggi scambiarsi il numero di telefono è una cosa abbastanza normale, ma un tempo non era così. Prima di dare il tuo numero di telefono a qualcuno dovevi averne testato l’affidabilità.

Dovevi accertarti che ne avrebbe fatto un uso discreto, verificato il suo equilibrio mentale, i più pignoli chiedevano anche l’impronta digitale e l’esame delle urine. Una volta dare il numero di telefono a qualcuno era una dimostrazione di fiducia perché il telefono era l’unica via di contatto e il numero lo si dava solo a pochi intimi.

Da ragazzo se una ti lasciava il suo numero era un evento da scrivere sul diario, era cosa fatta; potevi dormire sonni tranquilli che nel giro di poco tempo vi sareste fidanzati. E per poco tempo intendo lo stretto necessario all’epoca per instaurare un contatto con qualcuno dell’altro sesso: circa sei mesi.

Oggi, soppiantato dai social, il numero di telefono ha perso potere e ormai ce lo passiamo come il raffreddore. Perciò il problema ora è diventato un altro: come salvare i nuovi contatti in rubrica. Memorizzare nuovi numeri di telefono è diventato un lavoro tutt’altro che semplice. Ad esempio, se a scuola incontri la mamma del compagno di banco di tua figlia che ti dà il suo numero, come lo salvi in memoria? «Mamma/Luigi/compagno/ scuola/Mara?».

È troppo lungo. Fai prima a spedirle una lettera. D’altra parte, se accorci semplicemente a «mamma/Luigi» come fai a ricordarti chi è se non sai nemmeno come si chiama? È un problema. Certi fanno delle associazioni che sfiorano l’alchimia con parole chiave che devono essere collegate tra loro, tipo «filippo/nonna/ fruttivendolo/semaforo», o «matrimonio/Alberto/ autobus/luganega».

Che se ti va bene devi fare almeno quattro telefonate prima di riuscire a capire di chi è quel numero. Nel dubbio chiami anche la luganega. C’è di che rimpiangere il telegrafo. L’altro giorno stavo trappolando col cellulare e mi è apparso un numero strano memorizzato sotto «discussioni/conseguenza/ matrimonio/rabbie» dopo un po’ di esitazione ho fatto il numero.

Ha risposto mia figlia.

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