Un trentino a Los Angeles: che trauma!

Un trentino a Los Angeles: che trauma!

di Lucio Gardin

Sono stato a Los Angeles recentemente. È una città straordinaria, multietnica, dove si può trovare qualsiasi tipo di cibo, cinese, coreano, giapponese, messicano... e senza neanche entrare al ristorante: è tutto sui sedili degli autobus.

A Los Angeles, come disse John Wayne quella volta che gli cadde la saponetta nella doccia, «è tutto più grande!». Le strade sono a cinque corsie, le porzioni di cibo te le portano col muletto, il didietro delle persone ha un suo codice di avviamento postale, e i camerini dei negozi sembrano monolocali.

Io sono entrato nel camerino di H&M e dentro, sotto i vestiti, ho trovato una famiglia di messicani. Vivevano lì da tre anni e nessuno sapeva niente. Con i vestiti che i clienti lasciavano in camerino, avevano aperto un import export di abiti usati dal Messico. Poi è arrivato Trump e li ha murati nel camerino.

La cosa che subito salta all’occhio quando ti trovi a Los Angeles, è che non sei a Trento. Anche perché gli americani sono molto socievoli; loro salutano tutti, sono salutisti. Ti salutano e ti parlano anche se non ti conoscono. Quando ti siedi sull’autobus ti chiedono come stai, quando entri al bar ti chiedono come sta andando la tua giornata, e quando esci ti ringraziano. Non avete idea di cosa significa per un trentino. Un trauma. I primi giorni credevo d’impazzire.

Una delle località più turistiche della California è Venice. La quantità di gente strana che s’incontra sul lungomare è notevole; ci sono così tanti matti che a confronto a Montecitorio sembrano usciti dalla Normale di Pisa. Infatti, i personaggi strani che popolano Venice sono una delle caratteristiche preferite dai turisti. Nei periodi di magra (quando i matti scarseggiano), per contratto, ogni americano a turno - anche i personaggi famosi - deve andare a Venice e fare un po’ di gesti. Anche Trump non può esimersi dal compito, ma nel suo caso gli hanno concesso di esprimere la sua pazzia rimanendo a Washington.

Una cosa che non tutti sanno, è che gli americani sono molto intelligenti di noi. Basta camminare per le strade per capire che sono più intelligenti di noi: lì anche i bambini sanno parlare correntemente l’inglese.

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