I mariti schiavizzati alla fiera di S. Giuseppe

I mariti schiavizzati alla fiera di S. Giuseppe

di Lucio Gardin

Una delle prove più dure per un marito è la fiera dell'agricoltura. Perché il sogno di ogni uomo è passare la domenica di S. Giuseppe a lucidare con gli occhi i nuovi modelli di trattore, quelli domotici classe A.A.A, come il frigo, che quando è tempo di concimare fanno loro la cacca e vanno di notte a distribuirla da soli. E invece purtroppo sempre più mariti sono costretti a seguire la moglie che li trascina per ogni bancarella come un cane al guinzaglio a comprar piantine. Di solito i più previdenti qualche giorno prima della Fiera si danno malati oppure organizzano un finto rapimento da parte di alieni, o fingono un improvviso attacco di allergia alla plastica dei gazebo da Fiera, insomma qualsiasi cosa pur di non passare la domenica a fare il muletto trasportatore di piantine che, statistiche alla mano, moriranno dal freddo entro una settimana.

Il problema però non è la Fiera in sé, ma la primavera in generale. Perché anche se il malcapitato riesce a scansare la mostra dell'agricoltura, sarà comunque difficile riuscire a evitare la «veloce occhiata alle serre» che nelle settimane seguenti, il primo pomeriggio con due ore di sole tiepido la moglie gli propone. «Occhiata alle serre» che nessun marito può rifiutare perché è uno degli effetti collaterali del matrimonio, un po' come andare all'Ikea. Se ci fate caso - mi rivolgo agli sposati - quando sull'altare il prete vi legge tutte le promesse da mantenere (tipo rispettare, onorare, ecc.) sotto, nell'ultima riga, scritto in piccolo, un po' come accade nei contratti con le agenzie di assicurazione, c'è anche la frase «Prometti di sopportare le visite alla Fiera di S.Giuseppe e all'Ikea».

A questo, si aggiunge un altro dramma. Quando scegli le solite piantine che prendi ogni anno e che poi ti muoiono dal freddo entro due settimane (perché hanno le stesse aspettative di vita di un cono gelato a Ferragosto al Cairo), devi sempre fingere un certo interesse per non offendere la moglie e il venditore, e quindi ti ritrovi a chiedere le solite informazioni su dove posizionare la piantina, se vuole il sole diretto o registrato col decoder, quanta acqua devi dargli, se acqua naturale o frizzante, ecc. Ma il trauma maggiore sarà quando la moglie andrà in ferie una settimana a Rimini e ti chiederà di dare l'acqua a quelle piantine (a quelle che per sbaglio sono ancora vive). Perché è scientificamente provato che proprio in quella settimana le simpatiche piantine prenderanno gli afidi, la peronospora, i pidocchi, il diabete, le doppie punte, i calli e in alcuni casi un principio di calvizie. E quando lei tornerà rossa dal mare se non hai il pollice verde ti fa nero.

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