Scissione Pd, ora scongeleranno Occhetto

Scissione Pd, ora scongeleranno Occhetto

di Lucio Gardin

Il Pd è in pezzi. D'altra parte, la Sinistra italiana in mancanza di un nemico comune cui imputare ogni colpa dei mali del mondo (Berlusconi) va in crisi. Grande delusione di Fassino: «Speravo che odiare Trump ci avrebbe tenuti uniti almeno fino alle primarie». Sui motivi che hanno causato la scissione girano alcune indiscrezioni, pare tutto sia nato in risposta a Di Maio, perché una corrente del partito sosteneva che i vitalizi non sono un privilegio e l'altra sosteneva la stessa cosa. Non essendo più da qualche tempo abituati ad avere posizioni concordanti, hanno iniziato a litigare proprio per il fatto di essere d'accordo. Questo accordo nel disaccordo ha reso evidente che non c'erano più i presupposti per continuare a lavorare insieme, e si sono sciolti. Ad ogni modo ora la Sinistra guarda al futuro. Presentati ieri i nomi nuovi del partito: Bersani, D'Alema e Occhetto. Domani saranno scongelati e portati a temperatura ambiente con un phon, per le primarie dovrebbero sembrare vivi.

«La priorità - ha rilevato Bertinotti - è spostare a sinistra l'asse del Pd perché all'ultima riunione di gabinetto qualcuno ha lasciato l'asse alzata e l'odore di Pd era nauseante». La scelta del giorno per presentare il nome nuovo del partito è caduta su mercoledì delle ceneri, nel caso a qualcuno fosse sfuggito il concetto. Il nuovo movimento si chiamerà Mdp e avrà lo scopo di costruire un ponte verso Pisapia. Naturalmente gli appalti per costruire il ponte sono già stati assegnati. Invece gli scissionisti (la sinistra che nasce dalla rottura a sinistra del Pd), hanno deciso che annunceranno il nome del partito con un colpo di scena durante la prossima puntata di Malattie Imbarazzanti. C'è invece ancora riserbo sul nome dei candidati cui spetterà il compito di traghettare definitivamente l'Italia nel water.

Un retroscena: attimi d'imbarazzo quando Massimo D'Alema ha suggerito di chiamare il partito «Articolo 1», nel senso di articolo uno della Costituzione «L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro». Sono scoppiati a ridere anche gli uscieri che erano a casa in malattia. Il leader Massimo ha subito capito di avere fatto una gaffe e per recuperare ha raccontato una barzelletta: «La scissione è andata benissimo: ora metà partito è a Rebibbia e l'altra metà agli arresti domiciliari». Risate dei presenti e anche grandi applausi, purtroppo coperti dal rumore delle manette.

www.luciogardin.it

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