Il trentino è un lavoratore compulsivo

Il trentino è un lavoratore compulsivo

di Lucio Gardin

Una ricerca rivela che le persone sposate da tanto tempo sono incapaci di accettare le reciproche diversità. Tra i vari motivi di contrasto coniugale spicca il marito lavoratore compulsivo.

A molte donne è capitato di sposarsi un lavoratore compulsivo, soprattutto in Trentino. Perché noi siamo lavoratori compulsivi per eccellenza.

Su Wikipedia alla voce «lavoratori compulsivi» ti rimandano al sito del Trentino. Infatti, spesso per congedarci da una conversazione occasionale diciamo «bom, vago a far qualcos», non diciamo «bom, vago a divertirme», anche perché l’ultimo che ha detto così ha ancora gli assistenti sociali che gli girano per casa. Il problema del lavoratore compulsivo è che non riesce a stare con le mani in mano neanche quando è in vacanza.

Appena arrivato in spiaggia, stende l’asciugamano della Sat, tutt’intorno ci svolge del filo spinato («perché qua l’è mio») e poi passa il pomeriggio a tirare l’asciugamano in bolla.

Il mio vicino di casa è un lavoratore compulsivo. Ogni volta che rientra dal lavoro va nell’orto a piantare, qualsiasi cosa, l’importante è «far qualcos».

Sua moglie mi diceva che la serata più eccitante che hanno trascorso negli ultimi anni è stata scegliere i contenitori di plastica per il frigorifero; seppure anche quella volta che hanno passato tre ore a togliere la gomma da masticare dal pelo del cane sia degna di menzione nella classifica delle serate eccitanti.

Poi un giorno ha letto che non c’è niente come la vita primitiva per rilassare i lavoratori compulsivi, e così ha portato il marito in un campeggio a Brenzone. In tre giorni di vita primitiva, suo marito è riuscito ad aggiustare due materassini di gomma, a scavare una trincea antiincendio tutt’intorno al campeggio e a escogitare un sistema ingegnosissimo per collegare uno dei lavandini alla loro tanica di acqua. Le notti le passava a sistemare in ordine alfabetico le provviste, ad appendere la carne a un albero perché né orsi né esseri umani potessero raggiungerla, a scrivere con le punte del trapano la parola «benzina» sulle latte di benzina e poco dopo a spegnere l’incendio della loro tenda.

Il giorno dopo, per cercare di distrarlo, la moglie ha portato il marito in un night dove ci sono le ragazze in costume succinto che ballano fuori tempo (se qualcuna balla a tempo viene licenziata). Quando una di queste gli si è avvicinata e ha cominciato a strusciarsi sulla spalla, lui si è voltato verso la moglie dicendole «ricordeme che quando tornem a casa devo darghe n’ociada alla caldaia».

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