Translagorai: la Sat è trasparente

di Anna Facchini

Di Translagorai si parla da circa un anno e in questo tempo gli organismi della SAT hanno operato non solo per tenere aperto il confronto, ma anche per mitigare una ipotesi iniziale (su Malga Lagorai) giudicata troppo impattante. Ho promosso, sostenuto e caldeggiato ogni strumento che potesse far emergere le posizioni della maggioranza dei satini.

Per questo ho la coscienza tranquilla e proprio per questo ho giudicato pretestuosa la riproposizione da parte di un gruppo di soci e non soci di queste argomentazioni, sempre le stesse trite e ritrite da oltre un anno.

Ed è con questo presupposto che, rispondendo alla lettera pervenuta in Sat, pubblicata anche sui media regionali e avallata da circa un centinaio di firme, tra i quali anche numerosi soci della Sat, ho respinto illazioni su fatti, o notizie nascoste e continuo a chiedermi a chi, o a cosa, giovi questo continuo rimpallo al quale non ho alcuna intenzione di partecipare.

Confesso che se non fosse per il dovere istituzionale di tutelare l’assoluta trasparenza del percorso intrapreso dal Consiglio, Giunta, Assemblea dei Delegati non avrei nemmeno risposto alla lettera di quel centinaio di firmatari. Credo che la Sat abbia molte voci e pensieri diversi, una ricchezza, perché anche il dissenso stimola e muove a nuove riflessioni e ragionamenti e credo che la nostra grande associazione abbia sedi, tempi e spazi aperti sempre e comunque per il confronto, ma non credo che denigrare il sodalizio a mezzo stampa possa servire alla crescita collettiva e nemmeno a un dibattito sereno e costruttivo.

Vorrei ancora soffermarmi sul processo interno relativo alla Translagorai non entrando per l’ennesima volta nel merito del progetto, perché nel merito non abbiamo poteri di veto, in nessun caso. È sufficiente leggere la delibera della Giunta Provinciale del 10 agosto 2018, con allegata l’ipotesi progettuale redatta dalla Sat, per capire come essa si colloca all’interno del progetto. Tutto è pubblico e per quanto concerne la Sat, sono pubbliche anche le successive delibere conseguenti a un processo di confronto articolato, reso possibile anche grazie alle voci di molti, moltissimi soci.
Vorrei quindi ribadire che i soci che hanno voluto, hanno potuto, anche su mio esplicito invito, prender visione delle delibere, nulla è nascosto, nemmeno il dibattito interno agli organi collegiali in alcune riunioni dello scorso autunno. I soci hanno il diritto di potersi informare e chiedere direttamente alla fonte qualsiasi documento e sanno di poterlo fare in ogni momento.

Lo scorso 9 febbraio, durante l’Assemblea ordinaria dei soci della Sezione di Cavalese non ho avuto alcun tentennamento nel far presente ai soci - per la prima volta - che se avevano delle istanze da presentare c’era ancora uno strumento democratico da utilizzare, e cioè proporre una mozione all’Assemblea dei Delegati della Sat, l’organo sovrano, alle cui deliberazioni anche il Consiglio Centrale deve sottostare.

Questa indicazione è stata ripetuta anche nel mese di marzo, in occasione di una riunione pubblica, dapprima richiesta dalla Sezione di Sopramonte e poi organizzata per tutte le sezioni, partecipata - per inciso - da una trentina circa di sezioni su un totale di 87. L’Assemblea dei Delegati lo scorso 17 aprile ha quindi esaminato e votato la mozione presentata: gli esiti sono noti, la mozione è stata respinta, il resoconto dell’Assemblea è anch’esso pubblico. Con quel voto, espressione di trasparenza e democrazia interna, è stato chiesto nella sostanza di non abbandonare i tavoli di lavoro istituiti presso i competenti Servizi provinciali partecipati dagli enti proprietari dei terreni e degli edifici che potranno concretizzare quel progetto seguendo i rispettivi iteri autorizzativi. Questo è il mandato ricevuto dai soci e e questo stiamo facendo.

Per questo ritengo le critiche molto distanti dall’impegno di tutti i volontari, non soltanto degli organismi centrali, perché non è nelle corde di Sat seminare discredito a mezzo stampa. La Sat ha un’altra radice, un’altra storia rispetto ad un mondo che sempre più spesso confonde l’opposizione e la sua espressione con l’insinuazione pregiudiziale.

Da quando sono stata eletta ho cercato di portare innovazione, comunicazione e trasparenza dentro la Sat, cambiando molte cose, ma certi valori quali il rispetto, il dialogo e lo scambio costruttivo, mi piacerebbe rimanessero in piedi, perché sono quelli che ci hanno regalato 150 anni storia e per i quale vale la pena e la fatica di impegnarsi. La mia porta e il mio cellulare sono sempre aperti e questo i soci lo sanno bene.

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