La Valdastico è dannosa

La Valdastico è dannosa

di Alessio Manica

Consumerò la tastiera su questo tema, senza mai stancarmi. Sono vent’anni che lo faccio e certamente continuerò, perché sono assolutamente convinto che chi vuole la Valdastico non pensa e non fa il bene del Trentino. Ci ritorno sopra, ancora una volta, non solo perchè è necessario continuare a ricordare i motivi per cui quest’opera sia inutile e dannosa, ma anche perchè in questi giorni la cronaca ci ha consegnato un triste siparietto. La (non) notizia è che il presidente Fugatti, dopo un viaggio a Roma con Zaia alla corte del ministro Toninelli, si è impegnato a proporre un nuovo progetto per la Valdastico con sbocco a Rovereto sud. E si è pure impegnato a farlo in poche settimane. Peccato che tra tutte le ipotesi progettuali presentate dalla stessa Serenissima lo sbocco a Rovereto sud sia quello tecnicamente più complesso, «al limite della fattibilità» geologica, dice la valutazione di impatto.

Ma si sa, le valutazioni tecniche per la Giunta Fugatti non contano nulla, come ha dimostrato anche l’ok al concerto di Moroder nel Parco di Paneveggio in barba al no dei tecnici provinciali e dell’ente Parco.
Per non parlare poi del tema ambientale e paesaggistico, con le gallerie e i viadotti previsti nella Valle di Terragnolo; ma magari, per la gioia dell’assessore Zanotelli e delle strategie di valorizzazione territoriale, ci sarà spazio anche per un magnifico autogrill in cui (s)vendere i prodotti con il marchio Trentino, meglio se sottocosto. L’uscita a Rovereto sud è anche quella che porta meno vantaggi per chi da sempre sostiene l’opera, a cominciare dalla Regione Veneto; perché è la soluzione più a sud, e questo riduce i chilometri risparmiati per chi viaggia verso nord; perché aumenterebbe il traffico sull’A22 tra Rovereto e Trento, già al limite della saturazione; e perché non risolverebbe il problema traffico di altre Valli, a partire dalla Valsugana, con buona pace della consigliera Dalzocchio.

Ma la Giunta leghista ne è certa: con quest’opera si garantirà uno sviluppo luminoso alla Vallagarina e all’Alto Garda.
Quali siano i dati a supporto di questa tesi ancora non è dato saperlo. E poi si sa, all’Alto Garda serve proprio un po’ di traffico in più. Anzi, dopo la Valdastico si potrebbe pensare pure a snellire il collegamento con il bresciano attraverso la Valle di Ledro, come proposto dalla Capogruppo leghista in Consiglio provinciale. Perchè no, del resto chi se ne frega della sostenibilità, dell’ambiente, dei nuovi modelli di mobilità e trasporto, di un turismo green e al passo coi tempi?! Comunità e Comuni della Vallagarina, dopo quelli dell’Alto Garda, nel frattempo fanno sapere che prima di stringere le mani al Presidente del Veneto e al Ministro sarebbe bene relazionarsi con i territori e con le comunità locali; passaggio finora bellamente tralasciato alla faccia della tanto sbandierata quanto mai verificata vicinanza alle persone e ai territori. In tutto questo purtroppo il Sindaco di Rovereto glissa, o meglio tace, e fa sapere che è giusto attendere le ipotesi progettuali (o la messa in moto delle ruspe?) prima di prendere posizione. Ma cosa altro serve sapere per decidere di tutelare il proprio territorio? Ma ora non è più tempo di ironizzare, perché lo spettacolo andato in scena nei giorni scorsi è preoccupante.

Fugatti si è impegnato con Roma e con il Veneto a presentare il 15 aprile delle valutazioni tecniche di impatto ambientale e entro pochi mesi il progetto di un nuovo tracciato con sbocco a Rovereto sud. Un «ghe pensi mi» che pare trovare il ministro 5 Stelle d’accordo. Apprezzabile comunque l’intervento del ministro Fraccaro, che ci fa sapere che la Valdastico non è nel contratto di Governo e che quindi non se ne farà nulla; peccato che sia ormai evidente a tutti chi è che nel Governo decide, Salvini, e chi invece obbedisce. Quindi mi perdonerà Fraccaro se dico che non c’è da dormire sonni tranquilli... e bene fanno le comunità locali a cominciare ad alzare la voce.

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