È doveroso difendere i nostri vitalizi

È doveroso difendere i nostri vitalizi

di Renzo Gubert

Non passa giorno che Fraccaro, esponente del M5S eletto in Trentino ed entrato nell’Ufficio di Presidenza della Camera grazie alla carica di questore eletto con più voti (un di più voti di provenienza non trasparente) minacci l’imminente vendetta dei «giusti» contro gli ingiusti privilegi degli ex parlamentari, in particolare contro i «sopravvissuti» vitalizi.

Sull’Adige dell’11 aprile il sunnominato questore annuncia di aver ritrovato una lettera di protesta all’onorevole Gronchi da parte dell’onorevole Giuseppe Veronesi in merito alla procedura adottata nel 1954 in una riunione, non certo clandestina e priva di legittimità, dell’Ufficio di Presidenza della Camera, in merito a uno stanziamento per ciò che l’onorevole Fraccaro chiama «pensione privilegiata» dei deputati.

In omaggio al coraggio e al senso di disinteresse per il denaro dimostrato da Veronesi, Fraccaro invita gli ex parlamentari trentini che godono di vitalizio a rinunciare volontariamente ad esso e se fossero in imbarazzo a farlo, ci penserà il M5S a togliere per sempre questo «inaccettabile privilegio».

Se non fossi il responsabile regionale dell’Associazione degli ex-parlamentari della Repubblica eviterei di rispondere. Il Presidente nazionale Antonello Falomi ha già fatto pervenire alle Presidenze di Camera e Senato un documento che illustra i motivi per i quali gli orientamenti espressi dal M5S in merito ai vitalizi cozzano contro elementari principi della nostra Costituzione.

Fraccaro non coglie la differente natura della pensione e del vitalizio dei parlamentari, spiegata in una sentenza della Corte Costituzionale, e già questo non depone a favore della sua competenza per l’esercizio che è chiamato a svolgere. La Costituzione ha voluto garantire all’esercizio della funzione parlamentare la massima libertà dai condizionamenti, anche di quelli di natura economica, durante l’esercizio del mandato, e il vitalizio serve anche a ciò.

Capisco che il M5S non voglia tale libertà: vuole una falange di parlamentari obbedienti al capo, neppure eletto democraticamente tra l’altro, e per questo ha previsto dimissioni e salate multe per chi non si allinea. Dal momento effervescente dello «stato nascente» di movimento, alcuni anni fa, è passato, confermando una ferrea legge sociologica, a struttura verticistica dove solo uno comanda (e uno o due stanno dietro le quinte a dargli istruzioni).

Fa venir da ridere sentir dire Fraccaro e Di Maio che volevano un proprio Presidente della Camera perché alla Camera ci sono più vitalizi da abolire! Come si fa a dirsi colpiti dall’esemplarità di Giuseppe Veronesi, democratico cristiano, il cui impegno politico aveva ben altre dimensioni! Non va bene profanare la memoria di Giuseppe Veronesi, strumentalizzando la sua grande sensibilità per una politica di servizio.

Si può ovviamente discutere su quale sia la misura congrua di indennità e di vitalizio atti a garantire al meglio la libertà di esercizio del mandato. Ogni paese e l’Unione Europea, hanno trovato modi diversi. Quello che non si può accettare è che un deputato faccia sentire i parlamentari che lo hanno preceduto dei «ladri» che si appropriano indebitamente di risorse pubbliche.

Quello che non si può accettare è che l’affidamento che una persona ha fatto sulle risorse disponibili per il proprio futuro sia vanificato a posteriori. È un principio dello «stato di diritto» tra l’altro ribadito anche dalla Corte Costituzionale.

Basta dire che un trattamento già attribuito è un privilegio per poterlo eliminare? Ogni disuguaglianza è privilegio? Solo il comunismo primitivo o dottrinario lo proclamava.

Quanti italiani hanno trattamenti previdenziali sganciati o solo parzialmente agganciati dai contributi versati? E chi ha versato molti contributi, non lo ha forse potuto fare perché godeva di alti stipendi? Ma quegli alti stipendi erano forse dei privilegi? Pensioni contributive e privilegi sono associabili? Quante volte sono stati aumentati gli stipendi (o indennità equivalenti) per poter poi versare più contributi previdenziali e avere pensioni più alte?

Vedremo se Fraccaro e il M5S decideranno di «abolire» i vitalizi in godimento o di ridurne drasticamente l’importo. Se lo decideranno e otterranno anche il sostegno di altri (necessario dato che il M5S non ha la maggioranza), stiano certi che il senso del rispetto delle istituzioni e dei diritti costituzionali di Giuseppe Veronesi verranno onorati, ricorrendo alla Corte Costituzionale. Neppure a un Ufficio di Presidenza di una Camera è consentito violare principi costituzionali, quale siano le sue competenze.

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