Valdastico in Valsugana, scelta errata

di Carlo Stefenelli

Lorenzo Dellai, nel vivace confronto con Michaela Biancofiore, moderato da Pierangelo Giovanetti, ha espresso il suo pensiero favorevole alla realizzazione del collegamento con una superstrada a transito gratuito fra l'autostrada A31 e l'Alta Valsugana attraverso una bretella definita una sorta di «tangenziale est» verso la città di Trento. Deduco pertanto che questa è la scelta definitiva del centro-sinistra autonomista che governa il Trentino dopo anni di pervicace rifiuto «ideologico» dell'autostrada Rovigo-Vicenza-Trento.

In perfetta sintonia con quanto dichiarato in tempi recenti dal ministro Delrio si ritiene che questa sia una soluzione agile, snella e indolore che, oltre a risolvere i problemi di rapido collegamento stradale fra Veneto e Trentino, servirebbe addirittura ad attenuare il traffico inquinante della sponda est del lago di Caldonazzo. Stupisce che una scelta così importante sia stata sino ad oggi tenuta segreta all'interno di un tavolo tecnico fra Provincia Autonoma di Trento, Regione Veneto e Ministero dei Trasporti senza un minimo coinvolgimento preliminare dei sindaci e delle varie istituzioni territoriali e senza una corretta informazione dei cittadini residenti nelle zone interessate dal progetto. 

Dalle poche e sintetiche parole filtrate sulla stampa locale e veneta e da alcune indiscrezioni, sembra che il tragitto stradale, previsto a 4 corsie, a partenza da Piovene Rocchette, perforerebbe in galleria la montagna a sud della Valsugana per sbucare nella zona della frazione Lochere di Caldonazzo per poi proseguire fino a una grande rotatoria in località Maines di Levico Terme che intercetterebbe tutto il traffico proveniente sia dalla Valdastico che dalla Bassa Valsugana. Da lì il tragitto stradale a 4 corsie proseguirebbe, in gran parte su viadotto, lungo il greto del torrente Centa, area ancora incontaminata con le bellissime cascate di Vallimpach ed il pregevole Acropark a suo tempo realizzato dal Comune di Centa, per perforare con un'altra galleria la montagna della Vigolana, delicatissima sotto il profilo idrogeologico per la presenza di numerose falde acquifere, sbucando nella zona di Mattarello per poi connettersi alla A22. 

Oltre alla irresponsabile devastazione ambientale si realizzerebbe una rilevante attrazione di traffico pesante inquinante, favorita anche dalla irragionevole scelta della gratuità del transito che andrebbe ad aggiungersi, come vantaggio per gli autotrasportatori, all'accorciamento del percorso chilometrico fra A4 ed A22 rispetto all'attuale tragitto che costringe gli automezzi provenienti dai porti dell'Adriatico a passare per Verona. Onestamente sento crollare lunghi anni di impegno come Sindaco di Levico Terme spesi, assieme agli altri Sindaci dei Comuni della Valsugana, Anderle e Corradi di Pergine, Curzel e Mansini di Caldonazzo, Pinamonti e Martinelli di Calceranica, Pintarelli e Valentini di Tenna, a cercare soluzioni al problema del traffico inquinante che, nel decennio in cui ho amministrato il mio Comune, cresceva in maniera esponenziale. 

Nell'accordo intercomunale fra i Comuni di Pergine, Levico, Caldonazzo, Calceranica e Tenna, approvato prima in Comprensorio e poi in Comunità di Valle, era stata inserita, fra le varie iniziative progettuali, la realizzazione del tunnel sotto il colle di Tenna quale unica concreta soluzione per recuperare la fruibilità turistica ed ambientale della sponda est del lago di Caldonazzo allontanando in maniera definitiva l'inquinamento atmosferico legato al traffico pesante e soprattutto il gravissimo rischio di contaminazione delle acque lacustri nella malaugurata ipotesi del riversamento nelle acque di idrocarburi trasportati dalle autocisterne. Le nostre preoccupazioni erano lungimiranti e fondate se è vero che negli anni scorsi un'autocisterna fuoriuscita dalla superstrada si è arrestata a pochi metri dalla sponda del lago. 

L'analisi dei flussi di traffico fornitaci dalla Provincia dimostrava in maniera inequivocabile che la massima criticità di tali flussi era localizzata nel tratto fra Pergine e Trento ed era in gran parte generata dai veicoli di pertinenza locale provenienti da Pergine e dintorni e dalla confluenza nella SS 47 della viabilità proveniente dalle valli laterali (Val dei Mocheni, Pinetano, val di Cembra e zone del porfido). Si prevedeva che un'ulteriore incremento di volumi di traffico provenienti dal vicentino-bassanese, legato alla realizzazione della cosiddetta «Pedemontana veneta», avrebbe potuto provocare il «collasso» del traffico stradale soprattutto nell'ultimo tratto della statale della Valsugana. 

Discutendo fra di noi, senza prendere posizioni ufficiali al riguardo stante la nota contrarietà del governo provinciale alla realizzazione di nuovi percorsi autostradali, si sottolineava che le uniche soluzioni realmente utili per decongestionare la Valsugana non potevano che essere due: 1. Deciso potenziamento del sistema ferroviario soprattutto per il trasporto merci ma anche per quello dei passeggeri 2. Realizzazione di un corridoio autostradale che potesse by-passare completamente la Valsugana realizzando un collegamento diretto fra la A4 Serenissima e la A22 del Brennero prolungando il primo tratto della A31 già esistente. 

Il progetto preliminare per la realizzazione del tratto nord della autostrada Valdastico A31, commissionato dalla autostrada Brescia Verona Vicenza Padova al Consorzio Raetzia coordinato dall'ing. Massimo Raccosta, individuava 6 possibili tracciati di collegamento fra Piovene Rocchette ed il Trentino, 5 dei quali prevedevano un tratto comune che coinvolgeva in pieno la zona franosa ad elevato rischio geologico nel Comune di Valdastico. Il solo tragitto T 5, quello che si dirigeva verso Rovereto sud, deviava verso ovest prima di intercettare la zona a rischio del Comune di Valdastico e risultava pertanto essere l'unico geologicamente «sicuro». 

Sotto il profilo della convenienza economica per il Trentino è pacifico che un collegamento diretto fra la zona del Vicentino e l'area industriale di Rovereto, oltretutto oggi in profonda crisi, sarebbe l'unico realmente interessante consentendo fra l'altro la creazione di un corridoio Veneto-Lago di Garda con rilevante valenza turistica.

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