Studiare tedesco, sfida dei trentini

di Paolo Dalvit

L'Agenzia Internazionale dell'Energia valuta che da ora fino al 2040, poco più di un ventennio, le vecchie potenze (Usa, Ue) moltiplicheranno la loro forza di una volta e mezza, la Cina triplicherà il suo prodotto e l'India lo moltiplicherà quasi di cinque volte.
Siamo di fronte a uno scenario di trasformazioni accelerate delle relazioni internazionali, che tra l'altro potrebbe indurre a considerazioni sulla possibilità che la bilancia di potenza possa essere modificata in modo «indolore». Il Fondo monetario internazionale ritiene che, come quota dell'economia mondiale, si sposterà almeno un altro 10-12 % della forza mondiale, un secondo terremoto come è stato negli ultimi quindici anni. Le vecchie potenze scenderebbero dal 32% al 22%, la Cina salirebbe dal 17% al 22%, l'India raddoppierebbe la sua quota dal 7 al 14%.
Si comprende come questo sia una sfida all'Europa.

S i comprende come, a fronte di questo quadro internazionale, l'Ue abbia bisogno di accelerare il processo di concentrazione e di centralizzazione delle proprie istituzioni. Il programma della ipotetica GroKo (Grosse Koalition) in Germania tra Cdu-Csu e Spd dà ampio spazio proprio a questi obiettivi di centralizzazione dei poteri europei: avanza l'ipotesi di creare un Fondo Monetario europeo, di promuovere una fiscalità delle imprese convergente tra i paesi aderenti all'euro, di portare a compimento una regolazione bancaria a livello continentale, di realizzare un rafforzamento della Cooperazione strutturata permanente della difesa. Solo per citare alcuni obiettivi, tra i più rilevanti. Wolfgang Münchau, editorialista del Financial Times titola, a questo proposito «Un accordo di coalizione per riformare radicalmente l'Europa» e conclude l'articolo affermando che «stiamo entrando in una nuova era».
In un recente editoriale («Perché il Trentino perde con Bolzano»), il direttore Giovanetti ha posto, con chiarezza e precisione, una serie di questioni che riguardano la realtà regionale e i rapporti tra la Provincia di Trento e quella di Bolzano, che meritano un approfondimento, alla luce del quadro appena delineato.
Se consideriamo, infatti, come lo scopo di questo movimento interno alla realtà continentale europea sia di realizzare un mercato unico della forza lavoro, del capitale e delle merci, già posto peraltro nel Trattato del 1957, si comprende quanto «de te fabula narratur», a proposito della ricaduta che questa cornice internazionale ed europea può avere sulle condizioni di esistenza e di sviluppo della realtà socio-economica regionale del Trentino Alto Adige- Südtirol.
Stiamo riferendoci quindi a quali sono le iniziative prioritarie che vanno assunte anche dalle amministrazioni provinciali, tanto più in un regime di autonomia, assieme ai soggetti direttamente interessati, quali imprese, rappresentanza sindacale, centri di ricerca, mondo accademico, sistema dell'istruzione e della formazione per garantire crescita, sviluppo e, soprattutto, prospettive alle nuove generazioni.
Un imprenditore di peso, a livello territoriale, sottolinea che la procedura per la selezione, in vista dell'assunzione in azienda, pone un vincolo a monte: la conoscenza delle lingue straniere, ancora prima delle competenze tecniche. Si capisce infatti che, in un mercato della forza lavoro continentale, la comunicazione in una lingua comune sia una necessità imprescindibile.
Appare, da questo punto di vista, una strategia lungimirante quella adottata dall'Amministrazione provinciale di prevedere lo sviluppo di competenze nelle lingue straniere come obiettivo di questa legislatura e oltre.

Si tratta di un intervento che non riguarda solo l'apprendimento, con diverse metodologie, dell'inglese e del tedesco (ma anche dell'italiano): con la metodologia Clil, rispetto alla quale si stanno facendo significativi progressi, quantitativi e qualitativi, con i voucher offerti a docenti e studenti, per corsi stanziali all'estero con lo scopo di apprendere la lingua straniera, inglese o tedesco prestando attenzione a elevare le competenze linguistiche, con la preparazione a conseguire delle certificazioni linguistiche.
È in atto, parallelamente, un ulteriore forte, coraggioso investimento di risorse umane e finanziarie che, nelle intenzioni del legislatore, deve coinvolgere e riguardare tutta la popolazione residente, non solo quella scolastica.
Esiste, nel territorio provinciale, uno sbilanciamento, noto e peraltro poco contrastato, tra le due lingue straniere, inglese e tedesca, a favore della prima.
Recenti studi (Rapporto TLT 2016, Iprase, 2017) evidenziano tale differenza nei risultati di competenza, a favore della lingua inglese. Un fattore da tener presente, per una interpretazione di questi esiti differenziati, riguarda le aspettative del discente: il tedesco viene abbandonato alla fine del primo biennio delle superiori negli istituti di istruzione tecnica e di formazione professionale, mentre l'inglese viene insegnato anche nel triennio successivo. Si comprende quanto sia demotivante concentrare l'attenzione e l'impegno su una disciplina che lo stesso curricolo prevede di interrompere. Ci sarebbero le condizioni per garantirne una prosecuzione, senza intaccare il quadro orario ordinamentale, utilizzando le tre ore annuali a disposizione dell'istituzione scolastica nell'«Area di autonomia per il potenziamento delle discipline curricolari e per la caratterizzazione dei piani di studio dell'istituzione scolastica».
Sarebbe una scelta che allineerebbe il sistema di istruzione e formazione trentino con l'orientamento prevalente a livello europeo e andrebbe incontro al potenziamento nell'apprendimento delle lingue straniere, previsto dalla normativa provinciale.
Fermo restando che la conoscenza dell'inglese rimane importante, altrettanto dobbiamo dire per il tedesco, che è talora negletto perché ritenuto difficile nella sua struttura morfologico-sintattica come nell'articolazione del periodo.
Non si intende qui contrastare questa communis opinio, ma rimarcare la necessità di una revisione dell'approccio culturale col quale ci si rapporta nell'apprendimento di questa lingua.
Si può, di passaggio, sottolineare comunque che, anche senza scomodare i presupposti della Grammatica Generativa Universale di Chomsky, la letteratura specialistica neurolinguistica riconosce che l'apprendimento di una lingua non è un'operazione esclusiva, ma può essere, al contrario, sostenuto e migliorato dall'apprendimento contemporaneo di una seconda lingua, in un rapporto virtuoso di reciprocità costruttiva.
Anche in questa prospettiva si stanno ponendo le basi per un allargamento a tutti gli studenti delle scuole superiori della proposta formativa della Conferenza dei Ministri dell'Istruzione dei Land tedeschi per l'acquisizione della certificazione in lingua tedesca, riconosciuta ufficialmente, a livello federale, in Germania. Si tratta del Deutsches Sprachdiplom, il DSD 1 e DSD 2, che prevede livelli differenziati di riconoscimento delle competenze, conseguibili in step successivi. Già ora, aderiscono al progetto oltre mille studenti delle superiori, l'obiettivo è di interessare tutti gli studenti delle scuole superiori.
Si è ottenuta la disponibilità, da parte dei rappresentanti della Conferenza, a fornire l'assistenza tecnica adeguata per perseguire questo importante risultato: il costo per conseguire la certificazione è interamente coperto dall'amministrazione provinciale.
Questa via di apprendimento è utile, ma probabilmente non risolutiva.
Le persone di una «ältere Generation» hanno imparato il tedesco studiando i vocaboli a memoria, studiando le regole dell'aggettivo attributivo e della frase traspositiva, ma solo quando hanno iniziato a percorrere la grande Germania, quanto avevano appreso a scuola poteva dare vita a una competenza effettiva, nell'uso della lingua: solo vivendo nel paese in cui si parla una certa lingua si apprende quella Umgangssprache, la frequentazione della quale sola garantisce il suo pieno dominio.

A nche per questa ragione, si sta lavorando sia per aumentare l'offerta dei corsi di lingua all'estero, già richiamata, sia per trovare opportunità di collocazione dei nostri studenti delle superiori presso aziende estere, in diversi paesi europei in particolare la Germania, e, a seguire, Gran Bretagna, Irlanda, Svezia. Attraverso delle agenzie dedicate, che sono in contatto con gruppi di aziende operanti in diversi settori (quali Meccatronica, ICT, Chimica industriale, Biotecnologie ambientali e sanitarie, Elettrotecnica e Elettronica), si organizza l'esperienza di internship per gli studenti trentini. L'esperienza lavorativa dura mediamente quattro-cinque settimane e si inserisce all'interno dell'alternanza scuola-lavoro, con il valore aggiunto dell'apprendimento della lingua tedesca e/o inglese.
Nell'ambito del progetto di collaborazione transfrontaliera Euregio, si sono presi dei contatti con Ausbilderforum Tirol, organizzazione che coordina l'attività di Dual System nel Land Tirol, con particolare riferimento alla formazione dei tutor aziendali. Si è trovata la disponibilità ad avviare una partnership che potrà essere di aiuto nel migliorare l'esperienza dell'alternanza e nel coinvolgimento delle aziende trentine in questo processo.
Si tratta di opportunità che i soggetti interessati possono utilizzare appieno, come momenti di crescita formativa per gli studenti.
Un'opportunità anche per i docenti, sia per quelli di aree disciplinari, che possono beneficiare di un miglioramento delle loro competenze anche nelle lingue straniere, accompagnando gli studenti nella trasferta estera, sia per quelli di lingue straniere, per riflettere, nel confronto con altre realtà, sulla loro metodologia didattica, che, visti i risultati medi conseguiti dai nostri studenti a scuola, fatte salve alcune eccellenze, pare abbia bisogno di essere migliorata e resa più efficace.

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