La scienza dietro il «Food Coma»

La scienza dietro il «Food Coma»

Vi è mai capitato, tra cenoni della Vigilia, pranzi di Natale, banchetti di San Silvestro, lasagne, ravioli, spiedo, polenta, panettoni, che la sonnolenza abbia preso il sopravvento sul vostro organismo? Il cibo che mangiamo ci fornisce i nutrienti, le vitamine necessarie, e quindi energia per svolgere le attività quotidiane. Tuttavia, molte persone faticano a riprendere le attività lavorative, o addirittura a rimanere svegli dopo un pasto.

Vediamo di scoprire la scienza che si nasconde dietro questo fenomeno, e di sfatarne alcuni falsi miti.

Di cosa si tratta?

La sonnolenza post-prandiale, in gergo chiamata “food coma”, è lo stato di sonnolenza, mancanza di energie che si avverte dopo un pasto abbondante.

Sfatiamo i falsi miti

L’opinione comune più ricorrente, diffusa per spiegare il “food coma”, attribuisce la ragione della sonnolenza post-pasto alla migrazione del sangue dal cervello verso gli organi coinvolti nella digestione; numerosi studi hanno dimostrato invece come l’apporto di sangue ai vari organi sia altamente regolato e non modificato dall’ingestione di cibo. Particolarmente significativo è stato uno studio condotto nel 2003 da ricercatori tedeschi, i quali hanno analizzato il flusso sanguigno di 20 uomini dopo un pasto pesante, e hanno dimostrato che il volume di sangue che raggiungeva il cervello non subiva cambiamenti.

Un’altra opinione diventata popolare correla l’induzione del “food coma” all’ingestione del tacchino, simbolo immancabile sulle tavole del Nord America nel giorno del Ringraziamento. La carne di tacchino è ricca dell’aminoacido triptofano, il quale superando la barriera encefalica è convertito in serotonina, un ormone coinvolto anche nell’induzione del sonno. In realtà, è stato dimostrato che il contenuto di triptofano nel tacchino è paragonabile al contenuto presente negli altri tipi di carne(pollo, manzo) e che la quantità di questo aminoacido riversato nel sangue in seguito ad un pasto a base di tacchino non è sufficiente a indurre sonnolenza.

Le reali cause

La causa principale di questo fenomeno è da attribuirsi all’attivazione del sistema nervoso parasimpatico: l’arrivo del cibo nello stomaco e nell’intestino ne incrementa l’attività. Chiamato anche in termini anglosassoni ‘rest and digest’ (riposo e digestione), il sistema nervoso parasimpatico, è la componente del sistema nervoso autonomo che stimola la quiete, il rilassamento, il riposo, la digestione e l’immagazzinamento di energie. Esso si contrappone alla sistema nervoso simpatico, chiamato ‘fight or flight’ (combatti o fuggi), il quale favorisce l’eccitazione e l’attività fisica.

Una seconda spiegazione del food coma richiama in causa l’aminoacido triptofano sopracitato, ma ciò che si è scoperto è che la motivazione della sonnolenza è correlata all’ingestione dei carboidrati più che delle proteine. Infatti, un pasto a base di alimenti aventi un alto indice glicemico comporta un elevato rilascio di zucchero nel sangue, necessario per la produzione di energia. Parallelamente al rilascio dello zucchero, nel sangue viene riversato anche l’ormone insulina, il quale promuove l’assorbimento e l’utilizzo dello zucchero dopo un pasto. L’insulina stimola inoltre l’assorbimento di numerosi aminoacidi, ma non del triptofano: non avendo più competitori (gli altri aminoacidi) esso riesce ad attraversare con maggiore facilità la barriera encefalica. Il triptofano è il precursore della serotonina, la quale viene convertita nell’ormone melatonina. L’incremento dei livelli di serotonina e melatonina nel cervello causa l’aumento di sonnolenza; la melatonina infatti, sintetizzata dalla ghiandola pineale, agisce sull’ipotalamo e regola il ciclo sonno-veglia.

L’aumento di insulina può causare sonnolenza anche attraverso un altro meccanismo: essa incrementa l’attività della pompa Sodio-Potassio (Na/K ATPase), più potassio proveniente dal fluido extracellulare entra all’interno della cellula, portando all’ipopotassemia(carenza di potassio nel sangue). Possibili effetti della ipopotassemia sono la sonnolenza e la fatica, effetti che emergono nel food coma.

Come evitare il food coma?

Alla luce dei processi biologici che si celano dietro a questo comune e fastidioso fenomeno, possiamo adottare alcuni accorgimenti per evitarlo:

1. mangiare con calma, permettendo l’aumento dell’ormone leptina (coinvolto nell’induzione del senso di sazietà) e la diminuzione dell’ormone grelina (coinvolto nella stimolazione del senso di appetito);

2. consumare pasti bilanciati, apportando la corretta quantità dei diversi macronutrienti (carboidrati, lipidi e proteine), di vitamine e minerali;

3. dopo un abbondante pasto è bene svolgere attività moderate, come una passeggiata leggera, in modo da promuovere un miglior controllo dello zucchero nel sangue.

Per i più golosi non sarà facile ma il rimedio più efficace è: non mangiare troppo!

Buon rientro dalle feste a tutti e buon appetito!

 

Giorgia Tosoni

 



 

Fonti:

 

Afaghi A, O'Connor H, Chow CM (2007). "High-glycemic-index carbohydrate meals shorten sleep onset". Am. J. Clin. Nutr. 85 (2): 426–30. PMID 17284739

 

Helmenstine, Anne Marie. "Does Eating Turkey Make You Sleepy?". About.com. Retrieved 2013-11-13.

 

https://en.wikipedia.org/wiki/Postprandial_somnolence#Insulin.2C_large_neutral_amino_acids.2 C_and_tryptophan

 

http://www.sciencealert.com/health-check-food-comas-or-why-eating-sometimes-makes-you- sleepy

 

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