Bob And The Apple: oltre la diaspora europea la creatività sonora del nuovo EP “Wanderlust”

di Fabio De Santi

Dopo un silenzio discografico che durava dal 2012 i Bob And The Apple, per noi una delle più belle realtà del rock trentino del terzo millennio, tornano con una nuova produzione. Le coordinate sono quelle dell’EP “Wanderlust” con una tracklist fatta di quattro brani cantati in inglese decisamente influenzate dalla scena psychedelicrock.

I Bob And The Apple hanno superato un momento particolare che ha visto i componenti della band, Giacomo Gilmozzi Matteo Tomaselli, Leonardo Lanzinger, Bruno Lanzinger a cui si aggiunge in alcune occasioni Paolo Guolo divisi per scelte di vita fra la loro città, Trento, Parigi. Londra e Berlino. Nonostante le distanze il gruppo, nato nel 2010, è riuscito a mantenere la sua unità e lavorare al seguito del cd “Rouge Squadron” con brani in italiano. Dal 2013 la band ha partecipato a diversi festival fra cui Italia Wave, Mei di Faenza, Home Festival e Sot ala Zopa condividendo il palco con artisti quali Tre Allegri Ragazzi Morti, Ministri e Motel Connection. Orrori.

Negli ultimi anni i Bob and the Apple (qui nella foto principale di Francesca Fedele) hanno continuato a lavorare sui loro pezzi dando forma ad una serie di EP registrati e prodotti dal “grammyawarded” Ricky Damian. Dopo Wanderlust è già prevista la pubblicazione di un secondo EP, anch’esso di quattro pezzi, caratterizzati da sonorità in cui s0intrecciano atmosfere ambient ed elettroniche lasciando più spazio a tastiere e sintetizzatori. “Wonderlust – raccontano all’Adige i Bob - riflette la necessità di fare i conti con la distanza e cercando di sfruttare ogni occasione disponibile per trovarci a suonare. Questo lavoro mostra questa voglia di cambiare, senza necessariamente sapere perché e verso quale fine”.

Ad aprire il cd proprio la title track che nelle intenzioni della band doveva essere solo un’introduzione corale, o strumentale, ed è diventata invece l’ode dell’EP. “E’ una richiesta di aiuto, una speranza di riuscire a prendere in mano e portare avanti le scelte più importanti. Inizialmente si chiamava Mustang come la mia chitarra, ma anche come i cavalli dei nativi nordamericani, e quindi ci sembrava la più adatta a chiamarsi Wanderlust: forte desiderio di viaggiare, ma senza uno scopo preciso. Per noi è la ‘scoperta’, nel senso più stretto del termine”. Si skippa poi su “Desolina III” potenziale singolo di questo EP: “E’ il pezzo al quale più siamo legati come band, perché lì dentro c’è qualcosa di tutti noi*. Il testo parla di un rapporto che continua, nonostante il cambiamento, perché non c’è modo di rimanere fermi ed essere quello che si è sempre stati. Gli elefanti che barriscono sul finale sono stati suonati dal clarinettista/sassofonista Paolo Guolo”.

Ha un crescendo fatto di bagliori iridescenti e mesmerici invece la terza traccia “Big Sky” che porta alla chiusura di “Instant Lover” la traccia più rock del disco con un testo incisivo che descrive, senza giudicare, l’oscillare tra la costanza del progettare a lungo termine e l’intensità del vivere l’istante.

 

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