Non riesco a capire in che fase siamo

Non riesco a capire in che fase siamo

di Lucio Gardin

Non riesco più a capire in che fase siamo. Credo si chiami “di restrizione” perché dopo due mesi a mangiare ogni cosa, i vestiti si sono ristretti. Finito il lockdown, nel pieno del flashmob siamo in cerca di caregivers. Per fortuna dall’11 maggio è consentito iscriversi a inglese per cercare di comprendere in che fase siamo.

Nella fase tre, primo comma del DPR giugno 2020 del ministero gaudioso, si contempla che è possibile uscire a patto di rispettare il “distanziamento sociale”. Il distanziamento sociale in Trentino non è considerata una limitazione. L’abbiamo sempre praticato. In questo siamo più avanti dei cinesi.

Se, in spregio alle più elementari regole di comportamento civile, vi fate prendere la mano dal desiderio di socializzare e salutate il vicino di casa più di una volta alla settimana, state rischiando una denuncia per stalking. Sappiatelo. Non per fare del pettegolezzo, ma conosco gente che guarda la messa in TV e quando arriva il momento di scambiarsi il segno di pace, per evitare rischi, cambia canale. Va beh, distanziamento sociale a parte, se devo essere sincero non ho capito bene cosa si può fare in questa fase e cosa no. Mia figlia mi ha detto che per capirlo devo ascoltare quello che dicono alla tv. In realtà è proprio per quello che non l’ho capito.

Ad ogni modo, mi pare che sia consentito raggiungere i mezzi pubblici ma solo usando i mezzi propri, e fare sport ma senza muoversi. Poi, si può andare nelle seconde case ma solo se guidi stando seduto dietro. Tra gli spostamenti consentiti c’è la visita al cimitero, a patto di andare a trovare una parrucchiera, ma non di lunedì. Gli spostamenti sono consentiti per fare legna, vangare, guidare il camper e andare a messa, tutto contemporaneamente. Se avete figlie sposate con chi lavora nei supermercati Poli, è lecito andare a trovare i generi alimentari. Ah dimenticavo, ci si può allontanare più di 300 metri da casa. Ma solo in verticale.

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