Siamo nel 2020, un anno da fantascienza

Siamo nel 2020, un anno da fantascienza

di Lucio Gardin

È iniziato un nuovo anno. Ma stavolta non si tratta di un anno qualsiasi tipo, che so, il 1997 o il 2005, qua si parla del 2020! Duemilaventi è un numero che ha spaventato chiunque sia nato negli anni ‘60.

Le aspettative su questa data erano tante. Io ero convinto che nel 2020 mi sarei mosso sul mondo col teletrasporto, e invece sono fermo sul divano col telecomando. È la filmografia che ci ha portato fuori strada. Nel telefilm Ufo (1970) si prevedeva un futuro con gente che viaggia su auto volanti per combattere astronavi a forma di minipimer. Invece mio cognato gira ancora con una Panda verde muschio (optional: sensori di parcheggio e un cappello di paglia), e l’unica cosa contro cui combatte è la retromarcia. Certo, un po’ di evoluzione c’è stata, tipo le automobili che si parcheggiano da sole. Ma a chi serve una macchina che si parcheggia da sola se non c’è parcheggio? Non per fare il pignolo, ma in quanto a tecnologia c’è da lavorare ancora molto. Un’altra invenzione sopravvalutata è l’auto che viaggia senza conducente.
Che senso ha mandare la macchina in vacanza da sola? Sono io quello stressato, non lei.

Da qualche parte ho letto che il 2020 è l’anno dei robot. Pare che la nuova intelligenza artificiale sarà sempre più vicina a quella umana. Stanno studiando dei computer che fanno finta di non vedersi.

Avete notato che tutti i film di fantascienza con una data nel titolo sono storia passata da almeno vent’anni? «1975 Occhi bianchi sul pianeta terra» con Charlton Eston è di cinquant’anni fa, «Spazio 1999» e «2001 odissea nello spazio» sono di vent’anni fa. C’è solo un film di fantascienza che ancora non fa parte del passato, è di Richard Fleischer: «2022 i sopravvissuti».

Qui si parla davvero del futuro. E chi saranno “i sopravvissuti”? Per capirlo appuntamento su questa rubrica tra ventidue anni. Se io ci sarò ancora. Ma soprattutto - vista la pochezza celebrale che inonda il web e che va aumentando - se ci sarà ancora qualcuno con la capacità di farsi una risata.

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